Vincoli idrogeologici: l’Ance fa il punto della situazione
Vincoli idrogeologici: l’Ance fa il punto della situazione
La tutela del vincolo idrogeologico è confluita nel testo Unico dell’Edilizia.
Nei giorni scorsi, l’Ance ha fatto il punto sulla normativa statale in tema di vincoli idrogeologici con particolare riferimento al raccordo con la disciplina edilizia. Come è noto, l’obiettivo del vincolo idrogeologico è quello di preservare l’ambiente fisico e quindi di garantire che tutti gli interventi fatti sul territorio, dopo avere ottenuto specifiche autorizzazioni, non compromettano la stabilità dello stesso, né procurino fenomeni erosivi. Le Regioni hanno disciplinato con legge la materia, regolando in particolare la competenza al rilascio dell’autorizzazione agli interventi da eseguire nelle zone soggette a vincolo, spesso delegandola alle Province e/o ai Comuni in base all’entità delle opere.
La cosiddetta Legge della Green Economy, la 221/2015, ha inserito la tutela dell’assetto idrogeologico nell’ambito del “Testo Unico Edilizia” (il Dpr 280/2001), con alcune modifiche ed integrazioni: così, spetta allo Sportello unico per l’edilizia anche l’acquisizione degli atti di assenso delle amministrazioni preposte alla tutela dell’assetto idrogeologico; l’esecuzione degli interventi ricompresi nell’attività edilizia libera e quelli soggetti a CILA devono rispettare non solo le normative in materia antisismica, di sicurezza, di efficienza energetica e di tutela e via dicendo ma anche le norme sulla tutela idrogeologica e quindi l’obbligo dell’autorizzazione da parte dell’autorità competente; questa autorizzazione è necessaria anche per quegli interventi realizzabili tramite Scia e Scia alternativa al Permesso di costruire, qualora riguardino immobili sottoposti a tutela dell’assetto idrogeologico.