Rischio idrogeologico: la situazione in Italia
Il rischio idraulico in Italia è superiore al rischio sismico. Sarebbero quindi auspicabili agevolazioni fiscali analoghe a quelle previste per il sismabonus, come già segnalato dall’Associazione Idrotecnica Italiana, che propone l’istituzione di un “idrobonus”.
La proposta dell’AIT si concretizza in una serie di misure finalizzate alla diminuzione del rischio. Per incentivare e prevede la detraibilità fino al 90% per le spese sostenute nelle aree a rischio molto elevato.
L’Istat e Casa Italia hanno fornito di recente un quadro aggiornato della situazione relativa ai rischi naturali in Italia. All’interno del sito ISTAT è possibile visionare le variabili a livello comunale, che determinano il rischio di terremoti, alluvioni e frane.
Gli indicatori tengono conto anche dello stato degli edifici e dell’epoca di costruzione. Sono presenti inoltre le mappe interattive delle variabili a livello territoriale.
Quello che si evince chiaramente da questo e da altri Rapporti svolti negli ultimi mesi, è che il consumo del suolo in Italia è un problema attuale che si espande velocemente, aumentando giorno dopo giorno il rischio di frane e alluvioni.
Secondo il rapporto ISPRA, nel 2017 ogni giorno il suolo si è consumato di 15 ettari. Lo stesso rapporto evidenzia come negli ultimi 20 anni siano stanziati finanziamenti per circa 460 interventi contro il dissesto, per un importo di circa un miliardo e mezzo.
Gli interventi per risultare efficaci, dovrebbe assumere un carattere continuativo. Soprattutto dovrebbero essere corredati da una normativa a livello nazionale che imponga misure di azione a livello locale. Manca inoltre una disciplina chiara sui soggetti responsabili della manutenzione e della vigilanza di corsi d’acqua e pendici: la normativa in questo caso è desueta e risale al 1923.