Riscaldamento: radiatori o pannelli radianti?
Di Ing. Angela Mastrandrea – Responsabile Scientifico
L’autunno è alle porte e a breve ricominceremo a parlare di riscaldamento. Per chi sta pensando ad una ristrutturazione dell’impianto può essere il momento di affrontare una scelta: sistemi a radiatori o a pannello radianti a pavimento?
Quando si confrontano le diverse soluzioni in materia di riscaldamento, cioè radiatori, termoconvettori o pannelli radianti, bisogna valutare con attenzione le caratteristiche dell’edificio. Non esiste infatti una soluzione univoca ma la scelta è strettamente legata al grado di isolamento dell’edificio ed al suo utilizzo.
Un’abitazione tradizionale, con un basso grado di isolamento termico, presenta un’alta variabilità dei carichi termici: nella maggior parte delle situazioni, infatti, non c’è alcuna necessità di riscaldare gli ambienti per più di qualche ora ogni giorno e del resto l’edificio non essendo coibentato, disperde velocemente il calore. Così è preferibile scegliere un sistema a bassa inerzia termica, in grado di funzionare in modalità on/off, cioè di raggiungere velocemente la temperatura desiderata e di raffreddarsi con altrettanta velocità. L’impianto, inoltre, deve consentire una rapida e precisa regolazione della temperatura interna, secondo le circostanze che si possono verificare: presenza di persone nei locali, apporto di calore “gratuito” dagli elettrodomestici e dall’irraggiamento solare.
I radiatori rispondono proprio a queste necessità.
Quali sono le differenze tra i radiatori di alluminio e acciaio? L’alluminio, è più rapido a rispondere alle regolazioni di temperatura. L’acciaio, di contro, ha una maggiore inerzia termica e, quindi, è meno portato ad assecondare le variazioni impostate dall’utente. Il vantaggio è che la caldaia lavora con più regolarità, con minori accensioni/spegnimenti che abbassano il rendimento del generatore. Un comune errore è il sovradimensionamento dell’impianto, invece è molto importante che l’impianto sia correttamente dimensionato per operare a bassa temperatura, permettendo così alla caldaia di funzionare sempre in condensazione, al massimo della sua efficienza.
Le temperature di mandata dovrebbero attestarsi intorno a 40-50 gradi centigradi (anziché 70-80 come negli impianti tradizionali). Questo consente di avere un minore salto termico negli ambienti, garantendo un benessere maggiore e riducendo i consumi.
I pannelli radianti trovano grande senso se installati nelle abitazioni a basso consumo. Per progettare una cosiddetta “casa passiva” innanzitutto bisogna raggiungere un’elevatissima efficienza energetica, realizzando strutture molto coibentate e quindi termicamente isolate.
Non ha senso installare impianti ad altissima efficienza, di ultima generaizione, in abitazioni che “non funzionano” da un punto di vista di coibentazione. L’obiettivo è ridurre al minimo il fabbisogno energetico; allora, è indispensabile installare un sistema VMC (ventilazione meccanica controllata) con recupero di calore, abbinato a una pompa di calore con eventuale batteria integrativa, più qualche calorifero negli ambienti più “critici”, ad esempio nei bagni.