Rinnovabili, il Burden Sharing fissa i compiti delle Regioni
Le Regioni devono collaborare al raggiungimento degli obiettivi del 20-20-20. È il principio del “burden sharing” che definisce in che modo gli enti locali dovranno aumentare la loro produzione di energia da fonti rinnovabili.
Secondo gli accordi comunitari, entro il 2020, il 17% dell’energia italiana dovrà essere prodotta da fonti alternative. Uno sforzo notevole, che vedrà le Regioni impegnate con diverse percentuali, calcolate in base alla situazione di partenza e al potenziale tecnico economico che ogni realtà locale può esprimere.
Prima classificata come entità dell’impegno da mettere in campo la Regione Molise, che a fronte di una situazione iniziale del 7,9% di energia prodotta da rinnovabili, dovrà passare al 33%.
All’ultimo posto la Valle d’Aosta, che producendo già più del 50% di energia da fonti rinnovabili, dovrà incrementare la produzione solo dell’1%.
Nel caso in cui le Regioni non riescano a portare a termine il compito loro assegnato, si avvierà una procedura per accertare se l’inadempimento sia causato dall’inefficacia delle politiche regionali o se non sia invece necessario rivedere la portata degli obiettivi.
In generale, accertato lo scostamento, alle Regioni inadempienti saranno concessi sei mesi per provvedere. In mancanza di risposte adeguate, potrebbe però scattare il commissariamento.
Scritto da Paola Mammarella