Partite Iva, si ammorbidisce la riforma del lavoro
Si delinea sempre più la riforma del lavoro. Nei giorni scorsi è stato stabilito che se i professionisti guadagnano più di 18 mila euro all’anno possono essere considerate vere partite Iva. Si ammorbidiscono quindi le previsioni del testo del disegno di legge, in base al quale il rapporto di lavoro regolato da Partita Iva viene considerato collaborazione coordinata e continuativa se l’ottanta per cento dei corrispettivi dell’anno derivano dallo stesso datore di lavoro, se si possiede una postazione fissa di lavoro presso la sede dell’azienda e se la durata del rapporto è superiore agli otto mesi.
La presunzione che si tratti di finta partita iva non opera però se la prestazione lavorativa è caratterizzata da elevate competenze tecniche e teoriche, acquisite attraverso percorsi formativi o precedenti esperienze.
Allo stesso tempo, non si può passare automaticamente dal rapporto con partita Iva al contratto di collaborazione se le prestazioni sono svolte nell’esercizio di attività per le quali è richiesta l’iscrizione ad un ordine professionale o ad un albo.