Professionisti: tariffe come garanzia delle prestazioni

La tariffa professionale dovrebbe essere derogabile, ma rimanere come riferimento e garanzia delle prestazioni erogate. È l’idea lanciata in un’audizione in Commissione Industria del Senato dall’associazione italiana commercialisti.

Come chiesto da più associazioni professionali, la tariffa potrebbe essere uno strumento interno al sistema degli ordini. Una sorta di base di riferimento, ma non un parametro obbligatorio e vincolante.

La tariffa indica infatti la complessità dell’incarico e, a detta dell’associazione, dovrebbe conservare la sua utilità nelle prestazioni svolte nei confronti delle pubbliche amministrazioni, ma anche nelle contestazioni.

Con la liberalizzazione, nel momento in cui le parti diventano libere di stabilire il compenso a fronte di una determinata prestazione, dovrebbe poi essere preso come riferimento il sistema dei contratti, disciplinato dal Codice Civile.

L’associazione dei commercialisti fa però notare che, pur in presenza della liberalizzazione, permangono sempre i riferimenti al codice deontologico.

A parere dei commercialisti, si dovrebbe inoltre evitare una situazione di squilibrio in termini di concorrenza tra i professionisti iscritti in un albo e gli autonomi non regolamentati.

Fiera Expotraining

In un’ottica di crescente visibilità , Beta Formazione approda alla Expotraining , la prima fiera della formazione , presentando la qualità della propria offerta e la vasta gamma di percorsi formativi pensati e dedicati a tutte quelle categorie professionali che desiderano aggiornarsi attraverso modalità innovative e compatibili con le proprie esigenze organizzative : Continua a leggere

Settore Edile: l’Ue non prevede significativi miglioramenti per il 2012-02-11

Secondo la Direzione Economia e finanze della Commissione Europea, in Italia l’anno sarà caratterizzato da bassi investimenti nell’acquisto di abitazioni. Non si prevede quindi neanche per il 2012 una immediata ripresa del settore edile.

Nella classifica stilata da Bruxelles, l’Italia è il penultimo Paese in cui si rileva l’intenzione di acquistare o costruire una casa.

Le previsioni sono pessimistiche anche indagando nella propensione di iniziare una ristrutturazione.

Per risolvere la situazione di stallo, l’Ance, associazione nazionale costruttori edili, ha chiesto la modifica del decreto sulle liberalizzazioni ripristinando l’Iva sulla cessione degli immobili anche dopo cinque anni dalla data di fine lavori. Gli edili hanno chiesto anche che per tre anni sia cancellata l’Imu sugli immobili invenduti.

 

Imu, per Confedilizia danneggia le compravendite

Riduzione dei contratti di locazione e ristagno nelle compravendite. Sono le previsioni di Confedilizia, presentate nel Borsino immobiliare.

Per la redazione delle previsioni per il 2012, sono state prese in considerazione i valori delle compravendite in 105 capoluoghi.

Dalle rilevazioni effettuate è emerso un calo di circa il 3% nel 2011, che lascia prevedere una stasi per il 2012. Colpa, secondo Confedilizia, delle voci che si sono susseguite sull’introduzione di una possibile imposta patrimoniale, ma anche dell’Imu. Incertezze che, sommate alla crisi, provocano una stasi nelle compravendite.

Confedilizia sottolinea  infatti che l’imposta municipale unica avrebbe fatto calare anche il mercato delle locazioni dal momento che i Comuni non hanno determinato l’importo dell’aliquota. Tra le strategie per innescare una ripresa, potrebbero essere introdotte misure per una maggiore flessibilità contrattuale.

Terre da scavo: attesi chiarimenti per il riutilizzo

Le matrici ambientali da riporto non sono un rifiuto. Si tratta di materiali presenti nel sottosuolo di siti soggetti a trasformazioni urbanistiche da così tanto tempo che sono diventati una matrice ambientale.
Secondo l’Ance, associazione nazionale costruttori edili, questi orientamenti, passati con il Dl 2/2012 in materia ambientale, consentono di superare le posizioni di alcuni enti locali che, in presenza di materiali da riporto con livelli di inquinamento compatibili con i riutilizzo e con la destinazione urbanistica del sito, ritenevano necessario l’avvio delle procedure di bonifica.
Fuori dal sito di produzione, i suoli possono essere utilizzati come sottoprodotti, rifiuti o materiali recuperati.
La gestione come sottoprodotti appare al momento priva di una norma di riferimento certa. Il Dl 1/2012 sulle liberalizzazioni rimanda infatti la definizione della disciplina a un decreto ministeriale successivo.
Ricordiamo che un decreto in materia era già stato abbozzato dal precedente Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo. La bozza, giunta all’esame del Consiglio di Stato, non ha proseguito il suo iter a causa della caduta del Governo.

Architetti per salvare il valore legale della laurea

Intervenire sulla qualità della formazione e non sul valore del titolo. Questa la soluzione proposta dal Cnappc contro l’abolizione del valore legale della laurea contenuta nella riforma delle professioni. In una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, il presidente del Cnappc Leopoldo Freyrie ha affermato che l’accesso sulle professioni deve essere basato solo sul merito. È quindi  necessario un percorso virtuoso basato su università, tirocinio ed esame di stato.

Per il presidente del Cnappc, le lauree conseguite in diversi non si equivalgono. Lo Stato dovrebbe quindi intervenire a garanzia dell’equipollenza dei titoli su tutto il territorio nazionale.

Da ultimo, il presidente Freyrie ha ricordato che il primo passo per il miglioramento del sistema delle professioni dovrebbe incentrarsi sulla qualità degli insegnamenti. Solo in un secondo momento si potrebbe pensare di cambiare le regole dei concorsi.

Cogenerazione ad alto rendimento, più accessibili gli incentivi

Il Gse ha pubblicato le linee guida per l’accesso ai certificati bianchi. Redatte dal Ministero dello Sviluppo Economico, il documento è stato pensato per l’attuazione del DM 5 settembre 2011 sulla cogenerazione ad alto rendimento (CAR).
Le linee guida cercano di semplificare il riconoscimento del Car e l’accesso ai certificati bianchi, o titoli di efficienza energetica, che sono riconosciuti per dieci anni sugli impianti di produzione e per quindici anni sugli impianti abbinati al teleriscaldamento.
Il documento spiega che al certificato bianco è associato un coefficiente in base a cinque scaglioni di potenza, a seconda del rendimento.
In Italia il Decreto legislativo 20/2007 ha inserito altri parametri in base al rendimento globale. Per calarsi nella realtà degli impianti sono però necessari diversi accorgimenti. Motivo per cui si è resa necessaria l’emanazione delle linee guida.
Il documento del Ministero è composto da due parti. Nella prima sono indicati i criteri di calcolo, nella seconda i parametri per il calcolo delle grandezze. Nonostante fossero già disponibili i moduli per la richiesta degli incentivi, molti interessati lamentavano la mancanza di criteri di calcolo di riferimento.

Certificazione energetica, in Lombardia controlli sugli attestati


Più controlli sulle certificazioni energetiche.La Lombardia approvato le procedure operative per i controlli sugli attestati rilasciati dai certificatori. Con una delibera approvata a gennaio, vengono indicate le circostanze e le modalità con cui sottoporre ad accertamento gli attestati di certificazione energetica.

Tra le situazioni che potrebbero dar luogo a qualche dubbio bisogna considerare il numero elevato di Ace, attestati di certificazione energetica, redatti dallo stesso soggetto certificatore, i valori anomali degli indici  di prestazione energetica per il riscaldamento e la climatizzazione, un EPH lievemente inferiore al minimo previsto per la classe energetica immediatamente inferiore e, infine, una prestazione energetica particolarmente performante dell’edificio.

Sotto controllo anche gli atti di compravendita e locazione immobiliare per verificare che rispettino l’obbligo di allegare tutta la documentazione richiesta dalla normativa vigente.

Tra i metodi previsti per le verifiche si segnalano in particolare l’estrazione casuale e i sopralluoghi.

 

Crisi nei bandi di ingegneria e architettura: il punto del CNI sulle nuove norme

Continua ad essere dura la crisi nel settore dei bandi pubblici di ingegneria e architettura. Secondo il centro studi del Cni, Consiglio nazionale degli ingegneri, nell’ultimo trimestre del 2011 è stato registrato un calo del 29,5% rispetto allo stesso periodo del 2010.

Tra i settori colpiti ci sono progettazione, direzione dei lavori, coordinamento per la sicurezza, collaudo, misura e contabilità.

La contrazione riguarda anche le aggiudicazioni, che nonostante siano raddoppiate rispetto al precedente trimestre, fanno registrare un calo superiore al 90% se confrontate con l’anno precedente.

Il Cni spiega che la situazione è in parte dovuta all’entrata in vigore del regolamento attuativo del Codice appalti, in base al quale nei bandi deve essere indicato il ribasso massimo consentito e l’utilizzo delle tariffe professionali per la definizione del prezzo a base d’asta. In linea con le nuove disposizioni, il ribasso medio è sceso dal 48% al 32,3%, mentre quello massimo è passato dall’86% al 55,2%.

Il panorama, conclude il Cni, potrebbe ulteriormente peggiorare con l’abrogazione delle tariffe contenuta nel decreto sulle liberalizzazioni. Secondo il Consiglio nazionale degli ingegneri, il mercato dei bandi della progettazione  potrebbe tornare ad una “selvaggia autonomia, con effetti devastanti sulla sicurezza e sulla qualità delle opere pubbliche”.

 Scritto da Paola Mammarella

Dialogo per ristabilire la fiducia nel fotovoltaico, le proposte di Anie Gifi

Più rapporti con le banche e dialogo interoperativo tra associazioni di settore, installatori e progettisti. Sono i propositi di Anie Gifi, che continua a protestare contro le novità del decreto sulle liberalizzazioni, che ha introdotto tagli sul fotovoltaico a terra.
In una riunione nei giorni scorsi, l’associazione ha evidenziato i rischi contenuti nella norma, giudicata inaccettabile perché irretroattiva, giunta nel momento in cui il settore si stava riprendendo dopo il primo semestre del 2011, quando il decreto rinnovabili aveva creato un altro impasse per il comparto e incertezze tra gli operatori.
Ad essere in pericolo, secondo Anie Gifi, sono gli investimenti già in essere, i posti di lavoro del settore e i rapporti con investitori e banche.
Per il 2012 Anie Gifi si propone quindi l’obiettivo di conquistare una maggiore certezza e stabilità delle norme, ma anche l’unificazione delle associazioni sotto un unico cappello istituzionale, in cui è previsto anche il contributo di installatori e progettisti.
Il primo passo in questa direzione, ha affermato il presidente nazionale di Anie Gifi Valerio Natalizia, sarà il dialogo con il Gse e con le banche per ristabilire la fiducia nel settore.

 

Scritto da Paola Mammarella