sismabonus

Sismabonus: aumento tetto di spesa per i capannoni

Sismabonus, al ddl che converte il DL 104/2020 sono stati presentati nuovi emendamenti che prevedono l’innalzamento del tetto massimo di spesa per gli edifici produttivi.

Attualmente il sismabonus ha un tetto di spesa unico sia per gli edifici residenziali che per quelli produttivi che ammonta a 96mila euro.

Gli operatori però hanno lamentato da subito che il limite per gli edifici produttivi fosse troppo basso, chiedendo che lo stesso fosse legato alla dimensione degli edifici.

Finora nulla era cambiato, ma uno degli emendamenti presentati nel ddl, prevede di mantenere il tetto dei 96mila euro solo per gli edifici produttivi fino 1000 metri quadri.

Per le metrature superiori invece la suddivisione dovrebbe essere la seguente:

  • Da 1000 a 1999 metri quadri: 100 euro per metro quadro
  • Da 2000 a 5999 metri quadri: 50 euro per metro quadro
  • Oltre i 6000 metri quadri: 20 euro per metro quadro.

Altri emendamenti invece prevedono tetti di spesa proporzionati alla metratura anche per edifici più piccoli. I parametri dovrebbero essere i seguenti:

  • Fino a 499 metri quadri: 120 euro per metro quadro
  • Da 500 a 1999 metri quadri: 100 euro per metro quadro
  • Da 2000 a 5999 metri quadri: 50 euro per metro quadro
  • Oltre i 6000 metri quadri: 20 euro per metro quadro

 

Se queste misure fossero applicate, il sismabonus sarebbe più vantaggioso per le imprese e di sicuro favorirebbe la messa in sicurezza degli edifici.

Intanto fino al 31 dicembre 2021 gli interventi antisismici saranno agevolati con il superbonus 110%, usufruendo anche dello sconto in fattura e della cessione del credito

Sismabonus: ampliato e prorogato al 2021

Applicabile da adesso anche alle classificazioni sismiche degli immobili

È stata annunciata dal Governo la proroga del Sismabonus al 31 dicembre 2021 delle detrazioni al 50% per i lavori antisismici. Le nuove regole introdotte con la proroga prevedendo importi più elevati quando la realizzazione degli interventi consegua una riduzione del rischio sismico. Tra le spese detraibili da adesso ci sono anche quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica degli immobili.

Il Sismabonu si espande a tutti gli immobili di tipo abitativo, anche quelli non adibiti ad abitazione principale e agli immobili utilizzati per attività produttive su tutto il territorio nazionale: sia nelle zone ad alto rischio sismico che nelle altre.

La detrazione va calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno e deve essere ripartita in 5 quote annuali di pari importo, nell’anno in cui sono state sostenute le spese e in quelli successivi. La detrazione è più elevata quando la realizzazione degli interventi produce una riduzione del rischio sismico certificato dal passaggio a una classe di rischio inferiore porta ad una detrazione del 70% della spesa sostenuta. Nel caso il passaggio sia di due classi di rischio inferiori porta ad una detrazione dell’80%.

Sismabonus all’edilizia residenziale pubblica

Sismabonus allargato all’edilizia residenziale pubblica

Lo annuncia il ministro Delrio. Una ricerca di Federcasa dice che il 40% degli edifici pubblici italiani non sono conformi alle normative antisismiche.

Dopo le calamità che hanno colpito nell’ultimo anno il nostro Paese, il tema del rischio sismico legato agli edifici è diventato di primaria importanza. Non a caso, da qualche mese sono in vigore le linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, che consentono di attivare il Sisma Bonus, ovvero lo strumento di incentivo fiscale alla messa in sicurezza sismica degli edifici introdotto dalla Legge di Stabilità 2017. Con una serie di aggiornamenti, non più tardi di due settimane fa, il Ministero delle Infrastrutture ha fornito alcuni importanti chiarimenti sul sismabonus anche per le attività produttive e gli immobili privati, riconoscendo la detrazione per lavori di miglioramento sismico anche per l’immobile dove viene esercitata l’attività produttiva.

Le agevolazioni riguardano gli interventi effettuati a partire dal 1° gennaio 2017: per quelli eseguiti precedentemente, la detrazione è possibile solo se l’immobile costituisce l’abitazione principale e si trova nelle zone di rischio sismico 1 (maggiore pericolosità) o 2 (alta pericolosità). L’efficacia degli interventi è attestata dai professionisti, iscritti agli ordino o ai collegi di riferimento, incaricati della progettazione strutturale, della direzione dei lavori e del collaudo statico. La detrazione di base è del 50% delle spese sostenute, ma aumenta (fino all’80%) se dopo i lavori si riduce il rischio sismico di una (70%) o due classi (80%).

Negli intenti del ministro Graziano Delrio, c’è la volontà di estendere nella prossima Legge di Bilancio il sismabonus anche all’edilizia residenziale. L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi, in occasione della presentazione della ricerca di Federcasa-ISI, dal titolo “Patrimonio edilizio e rischio sismico”, nella quale emerge che il 40% degli edifici di edilizia residenziale pubblici italiani (ovvero 1.100) sono localizzati in zona sismica 1, la più a rischio, sono stati costruiti prima del 1980 e non rispondono agli attuali requisiti antisismici. Per adeguarli e garantire i migliori standard di sicurezza, servirebbero dai 360 ai 400 milioni di euro. Per raggiungere l’80% di sicurezza occorrerebbero investimenti compresi tra i 290 e i 320 milioni, mentre per arrivare almeno al 60%, il fabbisogno finanziario è stimato tra i 216 e i 240 milioni di euro.

Cifre e situazioni che hanno indotto il ministro a proporre appunto l’estensione degli incentivi al miglioramento sismico all’edilizia residenziale pubblica. “E’ necessario – ha detto Delrio – che gli italiani capiscano che utilizzando il sisma bonus, rendono più sicuro il loro patrimonio edilizio”. Ma tra gli obiettivi del Governo c’è anche quello di non avere più alcuna casa sfitta nel patrimonio residenziale pubblico entro il 2020. Oggi sono 26mila gli alloggi in cattivo stato e non utilizzabili in Italia a fronte di circa 650mila domande di alloggio popolare. Per il recupero e la riqualificazione di questi alloggi di patrimonio pubblico, “abbiamo trasferito alle Regioni 340 milioni – ha concluso il Ministro -. E’ questo il momento di fare il salto di qualità nel grande progetto di miglioramento del patrimonio residenziale nazionale”.

Sicurezza sul lavoro: evidenziate criticità nella prevenzione

Il Senato promette battaglia agli infortuni sul lavoro. Come si apprende da fonti di stampa, grazie al lavoro della commissione di inchiesta sull’argomento, sono state adottate tre risoluzioni. L’indagine ha evidenziato un alto numero di infortuni nel 2010, ma soprattutto criticità nel sistema di prevenzione, che ha bisogno di correttivi per completare in tempi rapidi l’attuazione del D.lgs. 81/2008. Necessario secondo la commissione anche l’avvio del sistema informativo nazionale della prevenzione.

Secondo la Commissione di inchiesta, la garanzia della sicurezza di macchine e attrezzatura da lavoro deve passare attraverso l’uso di agevolazioni in deroga ai vincoli per gli aiuti di Stato e la valorizzazione del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

Per scuole ed edifici pubblici deve essere valutata l’introduzione del fascicolo di fabbricato. Fondamentali inoltre, a detta della Commissione, gli interventi negli appalti, col rafforzamento dei controlli da parte delle Stazioni Appaltanti, l’eliminazione del massimo ribasso e valutazioni sulla congruità del costo del lavoro, ma anche una regolamentazione della professione di imprenditore edile tale da da non appesantire le procedure.

Sicurezza sul lavoro: da Itaca la check list per l’autovalutazione

Autovalutazione per verificare la gestione della sicurezza nei posti di lavoro, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. È l’obiettivo di Itaca, Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, che ha approvato una check list con l’aiuto di istituzioni, ordini e collegi professionali, sindacati e associazioni datoriali per aiutare le piccole imprese, fino a dieci dipendenti, ad autovalutare l’implementazione del proprio sistema di gestione della sicurezza.

La check list secondo Itaca è il primo passo per arrivare a un modello di gestione. Il documento fornisce infatti una tabella per individuare gli interventi prioritari per il miglioramento della sicurezza. La tabella deve essere compilata dal datore di lavoro e fornirà nello stesso tempo uno spunto per l’avvio di attività correttive. Le valutazioni sugli interventi da mettere in atto devono riguardare la responsabilità amministrativa dell’impresa, la valutazione dei rischi, l’idoneità tecnico professionale e l’elenco dei lavori che richiedono la sorveglianza sanitaria.

Sicurezza sul lavoro, come ridurre gli infortuni

sicurezza sul lavoroDal 2009 si sono ridotti gli infortuni sul lavoro. Nonostante ciò Accredia rivela che molte imprese continuano ad avvertire la presenza di fattori di rischio lungo la catena di produzione, nelle officine e nei cantieri. L’ente italiano di accreditamento ha analizzato un campione di mille imprese dal quale è emerso che comportamenti e manovre non corrette rappresentano un costante fattore di rischio. Allo stesso tempo cresce la tendenza a monitorare le potenziali cause di infortuni, ma anche a investire in addestramento e informazione del personale, nonché ad affidarsi a un consulente esterno. Le aziende dotate di un Sistema di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro sono ancora una minoranza, ma il loro numero è in crescita, con un incremento medio annuo del 50%. Tra i settori che investono di più nei Sgsl si registrano imprese di costruzioni, installazioni di impianti e servizi, trasporti e logistica, società di servizi professionali.

Sicurezza sul lavoro

Novità in materia di sicurezza sul lavoro: è stato prorogato al 30 Giugno 2013 l’obbligo per i datori di lavoro che impiegano fino a 10 lavoratori di attenersi alle Procedure standardizzate per la valutazione dei rischi.

La decisione arriva dopo l’ok definitivo alla Legge di stabilità e al Bilancio di previsione dello Stato.

Redazione del DVR

La Valutazione dei Rischi comporta che il Datore di lavoro effettui una serie di scelte relative alle attrezzature, alle sostanze e ai prodotti chimici impiegati per le attività lavorative e all’adeguamento dei locali, che devono garantire un elevato standard di sicurezza sul lavoro.

Il Datore di lavoro redigerà il DVR, che è il documento in cui devono risultare le valutazioni e le misure di prevenzione atte a ridurre il rischio. Il documento deve essere esibito al personale e agli enti di vigilanza e controllo della sicurezza sul lavoro.

Il DVR va redatto entro novanta giorni dall’inizio delle attività e aggiornato ad ogni cambiamento significativo nella gestione dell’impresa.

Principali fasi del processo

Nello specifico, il Datore di lavoro dovrà redigere una relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute, ispirandosi a criteri di semplicità, brevità e comprensibilità. Egli dovrà programmare le misure idonee a garantire, nel tempo, un livello di sicurezza sempre più elevato.

Saranno assegnati diversi ruoli interni all’organizzazione aziendale, con specifiche competenze, nonchè il responsabile della prevenzione e protezione, il rappresentante dei lavoratori e il medico competente.

Fondamentale, per il corretto svolgimento del processo, è individuare con esattezza le attività che espongono i lavoratori a rischi e che presuppongono un’elevata preparazione ed esperienza, frutto di ore di addestramento e formazione.

Sicurezza nei cantieri, il nuovo corso di aggiornamento

Sicurezza nei cantieri, il nuovo corso di aggiornamento.

Un nuovo corso, anzi, 5 nuovi moduli per garantire un aggiornamento completo ai coordinatori della sicurezza nei cantieri in fase di progettazione ed esecuzione. Questa è la novità all’interno della nostra piattaforma e-learning dedicata ad ingegneri, geologi e geometri, architetti, periti industriali ed agrari.

Aggiornamento coordinatore della sicurezza nei cantieri in fase di progettazione ed esecuzione.

L’aggiornamento, suddiviso in 5 differenti moduli, interessa in particolare gli attuali CSP e CSE che necessitano di aggiornamento periodico obbligatorio, ma è indicato anche ai professionisti che si occupano di sicurezza nei cantieri in fase di progettazione ed esecuzione. Il percorso completo è così suddiviso:

Modulo 1 (8 ore): Introduzione teorica che si pone l’obiettivo di spiegare le novità normative (sistema legislativo e istituzionale, l’accordo tra Stato e Regioni) e tutte le figure presenti all’interno del sistema sicurezza.

Modulo 2 (8 ore): Parte maggiormente incentrata sull’analisi del rischio e del pericolo (infortuni, DPI, DPC).

Modulo 3 (8 ore): Dedicato all testo unico D.Lgs 81/2008 e ai concetti di prevenzione incendi.

Modulo 4 (8 ore): Sezione dedicata all’aggiornamento dei professionisti attraverso lo studio di attività particolari. (lavori in quota, scavi, demolizioni, lavori in ambienti confinati).

Modulo 5 (8 ore): Parte finale, tutta dedicata all’analisi e allo studio dei rischi specifici (microclima, agenti chimici, biologici e cancerogeni, rischio elettrico, esposizione al rumore e alle vibrazioni, movimentazione manuale dei carichi, ROA).

Modalità di erogazione del corso e crediti formativi riconosciuti.

Il corso è disponibile da ora sulla nostra piattaforma online di e-learning. Compreso all’interno dei pacchetti di Formazione Continua rivolti a Geometri, Geologi, Architetti, Ingegneri, Periti Industriali e Agrari , il corso permette il riconoscimento di 11 CFP ai Periti Industriali e di 8 CFP agli Ingegneri.

Non hai ancora sottoscritto un abbonamento con Beta Formazione?
Sei interessato a partecipare ai corsi, ma non fai parte delle categorie citate?
Per qualsiasi informazione, contattaci ora al numero 0545 916279.

Sicurezza edifici: mercato in espansione

Anciss, associazione aderente a Confindustria Anie, che rappresenta le associazioni operanti nella sicurezza e automazione degli edifici, presenta una analisi sulla situazione dell’industria italiana del settore.

Nel 2011 il fatturato è aumentato del 4,9%. Ad aumentare sono state sia le vendite interne che le esportazioni in Europa.

Il mercato della sicurezza ha avuto origine negli anni ’70, momento in cui si sono delineate anche figure professionali specifiche, per raggiungere il massimo sviluppo negli anni ’80. nel 2000 il giro d’affari è cresciuto del 5% per estendersi anche alla protezione dei beni culturali. Nel frattempo i cambiamenti investono anche il settore della normativa tecnica.

Nell’ultimo periodo, un nuovo impulso è dato dallo sviluppo della home automation. Per il futuro si stima una ulteriore crescita nel senso dell’integrazione dei sistemi per la razionalizzazione complessiva del sistema urbani e il ripensamento dell’edilizia con il concetto di edificio intelligente.

 

Sicurezza 2017: cresce la sfida della competitività

Sicurezza 2017: per professionisti e aziende cresce la sfida della competitività

A metà novembre Milano ospita la grande fiera che consente ai professionisti di stare al passo con l’evoluzione tecnologica in atto nel mercato della security

Mancano ancora quattro mesi ma già adesso l’appuntamento con Sicurezza 2017, la fiera di riferimento per professionisti del settore, installatori e progettisti che vogliono conoscere le ultime soluzioni, i nuovi software, la nuova componentistica nei settori dell’anti-intrusione, videosorveglianza, antincendio, building automation, in programma a Milano Fiera dal 15 al 17 novembre, è accompagnata da grandi attese e aspettative. Perché questo è un momento storico in cui il mercato della security continua a crescere, come confermano i dati recentemente diffusi da ANIE Sicurezza: nel 2016 ha segnato una crescita del fatturato del 5,1% rispetto al 2015, con un fortissimo slancio per i sistemi anti-intrusione, incrementati del 7,3%, e per la videosorveglianza, in aumento di quasi il 10%.

Pubblica Amministrazione, Terziario, Retail e GDO figurano tra i principali ambiti di sbocco nel mercato interno, mentre la crescita del settore edilizio degli ultimi anni ha contribuito a un consolidamento della Building Automation e dell’Antincendio. Sempre più numerosi sono poi i produttori italiani che guardano con interesse anche al mercato estero, tanto che alla kermesse milanese sono attesi 200 top buyer internazionali ed è previsto un programma di oltre 100 appuntamenti ed eventi formativi. Insomma, per i singoli professionisti a fare la differenza è la possibilità di essere al passo con l’evoluzione tecnologica in atto. Per questo, Sicurezza 2017 punta a sviluppare sempre maggiore consapevolezza sulle nuove professioni richieste dal settore.

Il “classico” installatore di prodotti stand-alone deve evolversi e diventare in grado di proporre soluzioni integrate e su misura. Chi progetta e installa sistemi di sicurezza e videosorveglianza è oggi un consulente, e un tecnico allo stesso tempo e deve saper dialogare con aziende, project manager e con utenti finali. Anche il rapporto che si instaura con il committente non si esaurisce con la messa in opera dell’impianto, ma chiama il professionista a nuove capacità organizzative e di relazione. E poi la sicurezza diventa una responsabilità sempre più riconosciuta anche dal punto di vista normativo per i professionisti che se ne occupano: un segnale chiaro dell’importanza di quanto la crescita professionale degli operatori richieda oggi conoscenze pluridisciplinari e sfaccettate per affermarsi come figure di riferimento per il mercato.