Professionisti laureati: in calo occupazione e retribuzioni

Preoccupanti i bilanci del consorzio universitario Almalaurea, che ha tracciato un quadro della disoccupazione nelle professioni ad alta specializzazione. Secondo quanto emerge dal rapporto stilato da Almalaurea e da fonti di stampa, prima del 2008, cioè precedentemente allo scoppio della crisi economica, il numero di occupati altamente qualificati è calato, ponendosi in controtendenza rispetto al resto d’Europa.
Il livello di disoccupazione sembra colpire maggiormente i laureati specialistici e quelli a ciclo unico, come quelli in architettura. Il mercato, però fa fatica anche ad assorbire i laureati in ingegneria, che tradizionalmente hanno sempre avuto meno difficoltà a trovare lavoro dopo il completamento del loro ciclo di studi.
Ad emergere sono anche l’aumento del precariato, con contratti a tempo determinato o interinale, e l’abbassamento del livello delle retribuzioni. In particolare, a 10 anni dalla laurea un ingegnere guadagna in media 2.018 euro al mese, mentre lo stipendio di un architetto si aggira intorno ai 2.018 euro mensili.
Secondo le stime di Almalaurea, le donne sono ulteriormente penalizzate dal sistema, sia in termini di livelli retributivi che di percentuali di lavoratrici con contratti stabili. Approfondisci l’argomento :  Occupazione e redditi in calo: laureati, aumentano i disagi

Professionisti, ecco le novità con il nuovo decreto fiscale

Non solo l’abolizione di Equitalia nel nuovo decreto approvato dal Governo

In questi ultimi giorni abbiamo imparato più o meno tutti a conoscere il destino di Equitalia – cioè il fatto che dall’1 luglio 2017 non sarà più attiva e le sue funzioni passeranno in toto all’Agenzia delle Entrate – ma accanto e dietro questa notizia ce ne sono molte altre, quelle relative ai provvedimenti che riguardano più da vicino i professionisti, tutte contenute nel disegno di legge fiscale che il Senato ha recentemente approvato.

Si parte dall’abolizione degli studi di settore, che saranno sostituiti da indici sintetici di affidabilità fiscale cui saranno collegati livelli premiali per i contribuenti più affidabili (quella che è già stata ribattezzata la pagella del contribuente), per proseguire con il cosiddetto spesometro trimestrale per l’Iva, vale a dire i dati delle fatture Iva dovranno essere obbligatoriamente comunicati all’Agenzia delle Entrate per via telematica ogni tre mesi. Gli errori nella comunicazione Iva telematica saranno puniti con una sanzione da 500 a 2.000 euro; in caso di errata trasmissione dei dati la sanzione sarà di 2 euro per fattura, per un massimo di 1.000 euro a trimestre. Sarà però possibile dimezzare le multe correggendo l’errore entro 15 giorni.

Altre novità riguardano la nuova edizione della “voluntary disclosure”, ovvero il procedimento per cui il contribuente autodenuncia alle autorità i propri capitali o le proprie attività non dichiarate, e le spese di trasferta; quelle sostenute dai professionisti diventano deducibili, mentre quelle pagate direttamente dal cliente non saranno soggette a imposizione contributiva

Professionisti e separazione delle carriere, proposte di cambiamento

Tempi di cambiamento per i professionisti, con proposte per la revisione degli ordini. Come l’idea di Inarsind Messina, che punta sulla separazione delle carriere di dipendenti e liberi professionisti. Secondo il sindacato di ingegneri e architetti liberi professionisti, spesso le due categorie sarebbero in contrapposizione tra loro. I dipendenti pubblici o di aziende private rappresenterebbero infatti la controparte per i liberi professionisti. A detta di Inarsind, la loro collocazione in un ordine unico rappresenterebbe quindi una anomalia.

Per Inarsind Messina i professionisti dipendenti non dovrebbero iscriversi agli albi professionali e potrebbero essere autorizzati a svolgere la loro attività solo nella pubblica amministrazione di appartenenza. Diversamente, si potrebbe dividere l’albo in due sezioni distinte, gestite da rappresentanti diversi.

Dopo le novità del decreto sulle liberalizzazioni, si attendono quindi nuove decisioni e possibili sviluppi in tal senso.

Professionisti e obblighi assicurativi, in arrivo nuovi chiarimenti

Il professionista ha l’obbligo di comunicare alla direzione regionale il rinnovo della polizza assicurativa. Lo ha affermato la Direzione regionale del Piemonte con la nota 4105/2012. Chi non comunica il rinnovo entro 30 giorni non può più apporre il visto di conformità.
Il professionista che non adempie in tempo può comunque presentare la documentazione in un periodo successivo ed essere ammesso di nuovo all’elenco dei soggetti abilitati ad apporre il visto di conformità.
Come si apprende da fonti di stampa, il professionista che opera in uno studio associato può avvalersi di una società di servizi per la trasmissione telematica delle dichiarazioni. Perché ciò sia possibile, il capitale sociale della società di servizi deve essere posseduto a maggioranza assoluta da uno o più professionisti

Professioni: via le tariffe, semplificata l’iscrizione agli albi

Liberalizzazione delle tariffe e tirocini più brevi per l’iscrizione agli albi professionali. Sono le novità del decreto sulle liberalizzazioni, con cui dovranno confrontarsi migliaia di professionisti.

In primo luogo, il compenso per il servizio professionale dovrà essere pattuito al momento del conferimento dell’incarico. Il professionista deve rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, dare tutte le informazioni sui possibili oneri  e sulla polizza assicurativa per gli eventuali danni causati dall’attività professionale.

L’accesso alla professione potrebbe diventare più semplice. Il decreto ha fissato a diciotto mesi il periodo massimo per la formazione  pratica post universitaria. Ma non solo. Si tratta di un tirocinio misto, in cui sei mesi possono essere effettuati durante l’ultimo biennio di studi, prima del conseguimento della laurea specialistica. Nella prima fase della stesura, era stata ipotizzata l’istituzione dell’equo compenso per il tirocinante. Poi stralciata dalla versione definitiva.

 Scritto da Paola Mammarella

Professioni tecniche: aumenta la domanda di lavoro

Una ricerca del Cnpi certifica che in un anno è raddoppiato il volume delle assunzioni

13.240: è questo il numero delle assunzioni previste per le professioni tecniche in ambito informatico, ingegneristico e della produzione nel primo trimestre 2017, almeno a guardare i numeri forniti dal Centro studi del Consiglio nazionale periti industriali (Cnpi), elaborati a partire dai dati Unioncamere: a confermare che cresce la domanda di lavoro per le professioni tecnico-ingegneristiche. Secondo questa ricerca Cnpi, rispetto allo stesso periodo del 2016, quando le previsioni di assunzione per questo gruppo di professionalità erano 6.620, il volume è raddoppiato, confermando una tendenza già emersa a fine 2016.
Cresce la domanda ma paradossalmente manca la forza-lavoro: se un anno fa, il 26,2% dei profili era considerato di difficile reperimento, per i prossimi mesi, le aziende stimano che nel 38,8% dei casi il profilo desiderato sarà introvabile, a causa dell’inadeguata formazione e qualificazione e del ridotto numero dei candidati.
Ma quali sono i profili professionali più ricercati? Secondo questa analisi, nel 2016 ai primi posti figuravano designer, programmatori, esperti di applicazioni e tecnici della produzione.
Per quanto riguarda, invece, le aree che fanno da traino alle assunzioni ci sono il settore dei media e della comunicazione, dove ben il 25,2% delle nuove assunzioni riguarderà profili tecnici dell’ingegneria, e quello informatico e delle telecomunicazioni (23,6%).
L’area tecnico-ingegneristica e quella del manifatturiero più innovativo concentreranno una quota significativa di assunzioni nelle public utilities.
In generale, le nuove aree di attività – si pensi all’efficientamento energetico, alla sicurezza, alle certificazioni e ai controlli di qualità – hanno sviluppato nuovi fabbisogni di competenze da parte delle aziende, ora sempre più orientate ad acquisire professionalità sempre più specializzate, in grado di garantire loro innovazione e strategicità.
Il problema, però, emerge dalla ricerca, è dato dalla formazione tecnica: in Italia, a differenza del resto d’Europa, mancano percorsi adeguati a formare le professionalità che servono al mercato.
Lì si dovrà intervenire per non vanificare le risorse e le potenzialità di un settore in crescita.

Prima casa, stessi benefici fiscali per stranieri e italiani

Le agevolazioni sulla prima casa valgono anche se l’acquirente è un soggetto di nazionalità straniera. Il Fisco, che ha risposto alla domanda di un contribuente, ha ricordato che anche uno straniero paga l’imposta di registro al 3 per cento se compra da un soggetto privato o l’Iva al 4 per cento se compra da un’impresa o da una società. Sono inoltre dovute le imposte ipotecaria e catastale in misura fissa.
Lo straniero che acquista un’abitazione è quindi ammesso agli stessi benefici nella stessa misura in cui sono previsti per gli italiani. L’unica condizione è possedere i requisiti richiesti dalla normativa vigente.

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Il preventivo scritto diventa obbligatorio

Il preventivo scritto diventa obbligatorio

Con la “Legge concorrenza” approvata a inizio agosto diventa obbligatorio per i professionisti il preventivo scritto o digitale in cui andranno indicati titoli e specializzazioni.
Recita infatti il testo della legge: “Il professionista deve rendere noto obbligatoriamente, in forma scritta o digitale, al cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento fino alla conclusione dell’incarico. In ogni caso la misura del compenso è previamente resa nota al cliente obbligatoriamente, in forma scritta o digitale, con un preventivo di massima, deve essere adeguata all’importanza dell’opera e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi”.

Con il comma 152, la Legge Concorrenza obbliga i professionisti iscritti a ordini e collegi ad indicare e comunicare i titoli posseduti e le eventuali specializzazioni, al fine di assicurare la trasparenza delle informazioni nei confronti dell’utenza. “Ad oggi – spiega il Dossier del Senato – la comunicazione di titoli e specializzazioni costituisce una facoltà per il professionista e non un obbligo”.