Riforma professioni, più vicine le nuove regole

Libero accesso alla professione, preventivo, assicurazione obbligatoria, pubblicità, tirocinio e formazione continua. Sono i cardini della riforma delle professioni che dopo il varo in Consiglio dei Ministri sta prendendo forma per diventare operativa entro il 13 agosto. Gli Ordini professionali dovranno predisporre, entro 6 mesi, dei regolamenti ad hoc per recepire le linee guida contenute nello schema di dpr. In assenza di autoriforma, gli ordinamenti in contrasto con i suddetti principi saranno abrogati.

Per il corretto svolgimento della professione, è prevista la formazione continua obbligatoria, in modo da tutelare l’utenza, l’assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale, della quale deve essere data notizia al cliente, e la separazione della funzione disciplinare dalla funzione amministrativa, tanto da rendere incompatibili la carica di consigliere dell’Ordine territoriale o di consigliere nazionale con quella di membro dei consigli di disciplina territoriali e nazionali corrispondenti.

 Le misure approvate attuano i contenuti della Manovra di ferragosto, DL 138/2011. 

Riforma professioni, Inarsind propone regole chiare

Regole generali chiare e specifiche per le singole aree professionali. È la richiesta avanzata da Inarsind, sindacato degli Architetti e degli Ingegneri liberi professionisti alla vigilia della riforma che dovrebbe essere completata entro il 13 agosto. Inarsind non ha invece apprezzato le notizie circolate sulla possibilità che il Ministro della Giustizia emani alcune regole chiave, demandando poi agli Ordini la regolamentazione più approfondita.

Secondo il sindacato bisognerebbe porre rimedio alla situazione attuale, in cui si consente a dipendenti pubblici o docenti di esercitare anche la libera professione, che in futuro potrebbe rappresentare non uno spazio di impresa e crescita, ma il rifugio obbligato di una condizione di precarietà intellettuale.

Per far fronte a queste problematiche Inarsind propone quindi la creazione di un Ordine unico regionale di architetti e ingegneri, l’individuazione di compiti specifici per gli Ordini, come la tenuta dell’albo e rilascio delle le relative certificazioni, l’apertura di commissioni deontologiche, l’obbligo di assicurazione professionale per chiunque svolge atti di libera professione e del tirocinio da svolgere all’esterno delle università. Nello scenario immaginato da Inarsind, gli interessi dei liberi professionisti saranno curati da libere associazioni sindacali a cui ci si potrà iscrivere solo su base volontaria. Allo stesso tempo, la qualità del professionista potrà essere certificata, con iscrizione volontaria, da Associazioni di tipo tecnico-culturale.

 

Riforma Professioni: il Cnappc Spiega come muoversi tra le Novità

Travagliato il percorso della riforma delle professioni. Tra i diversi obblighi degli addetti ai lavori c’è la cancellazione delle tariffe, con tutte le considerazioni in termini di parametri di riferimento e rischi per la qualità, che nei giorni scorsi hanno infiammato il dibattito politico.

Il Cnappc interviene quindi in questo panorama confuso con un vademecum che ripercorre i passi fondamentali della riforma, iniziata su iniziativa del Governo Berlusconi per attuare le indicazioni date dall’Unione Europea nel 2004. Finora l’iter di modifica degli ordini professionali si è inserito in diversi provvedimenti: il Dl 138/2011, il Dl 148/2011,la legge di stabilità 183/2011, il Dl alva Italia 201/2011 e il decreto sulle liberalizzazioni 1/2012.

Il Cnappc specifica che dal 24 gennaio sono operativi l’obbligo del contratto scritto e dell’assicurazione, introdotte dal Dl 1/2012, ma la situazione potrebbe anche cambiare con la conversione in legge. Le novità su tirocinio, formazione, organi di disciplina e pubblicità dovranno essere integrati negli ordinamenti professionali entro il 13 agosto 2012. Le società tra professionisti dovranno invece essere regolamentate entro il 12 maggio 2012.

Le misure, specifica il Cnappc, integrano e correggono, ma non stravolgono gli ordinamenti professionali. Continua infatti ad essere necessaria la laurea. Allo stesso modo, la professione di architetto mantiene la sua specificità perché, pur essendo considerata dall’Unione Europea una attività di impresa, deve salvaguardare l’interesse pubblico.

Tra i nuovi obblighi compaiono il tirocinio di 18 mesi, di cui 6 nel periodo universitario, corsi di formazione permanente, la presentazione ai clienti di una assicurazione di responsabilità e l’indicazione del livello di complessità dell’incarico all’interno del contratto, che deve essere scritto.

Le tariffe non costituiranno più un parametro di riferimento per la contrattazione. Si potranno creare società tra professionisti che, in attesa di un regolamento ad hoc, potranno rifarsi alle norme del Codice Civile.

Il Consiglio nazionale dovrà infine redigere nuove regole deontologiche, che saranno approvate dal Ministero della Giustizia e verificate dall’Antitrust.

Ricostruzione post sisma, le proposte di Assobeton

Osare per ricostruire. È l’appello del presidente di Assobeton Renzo Bullo, a detta del quale la ricostruzione dell’Emilia deve diventare un esempio per dimostrare come sia possibile ripianificare il territorio secondo una maggiore razionalità, ma anche un migliore senso estetico.

Per Bullo, i nuovi insediamenti dovranno rispondere ai requisiti di qualità, sicurezza e durabilità. Allo stesso tempo, afferma, superata la fase di emergenza, pubblico e privato possono fare sistema per rispondere alle esigenze cui un edificio industriale o residenziale deve far fronte su un arco

temporale pari alla propria vita utile di esercizio, che è di decine di anni.

Secondo Bullo, oltre alla resistenza alle sollecitazioni, aspetto importantissimo perché in grado di garantire la sicurezza, il progettista deve assumere altre scelte tecniche ed economiche.

 

Revisione del diritto edificatorio, l’Inu per la riqualificazione

Prioritaria l’attenzione al territorio. È il monito del presidente dell’Inu Federico Oliva, che appoggia le posizioni del Governo, spiegate nei giorni scorso dal Ministro Ornaghi.
L’Inu, Istituto nazionale di urbanistica, da anni impegnato per la riforma urbanistica e per la revisione dei principi alla base del governo del territorio, ha ricordato che oltre agli obiettivi presenti nell’agenda del Governo bisogna introdurre iniziative per la riduzione del consumo di suolo, rivedere le norme sul diritto edificatorio, insistere sulla perequazione e compensazione urbanistica, ma anche riordinare la fiscalità locale per la definizione degli oneri di costruzione.
Dato che l’attuale legge urbanistica risale al 1942 ed è quindi considerata obsoleta, secondo l’Inu il Governo dovrebbe presentare al più presto una proposta di legge. Secondo quanto affermato da fonti dell’Esecutivo, è infatti in fase di definizione una legge quadro che dovrebbe far decollare il Piano Città per la riqualificazione urbana.

Rete per i professionisti tecnici

Professionisti tecnici, ecco l’accordo per il Microcredito

Un protocollo d’intesa firmato nei giorni scorsi consente di migliorare l’attività lavorativa di tutti gli iscritti agli ordini professionali.

Rete Professioni tecniche e ENM (Ente Nazionale per il Microcredito) hanno firmato nei giorni scorsi un Protocollo d’intesa che rappresenta per Armando Zambrano, coordinatore RPT, “un ulteriore importante passo in avanti della Rete nella sua attività di interlocuzione con le istituzioni. Lo scopo è quello di migliorare l’attività lavorativa di tutti gli iscritti agli ordini e Collegi aderenti alla Rete”.

Il protocollo, in sostanza, prevede lo svolgimento di attività comuni di ricerca, studio e monitoraggio, oltre alla promozione di misure di sostegno a favore dei giovani professionisti che hanno subito gli effetti della crisi. Come funziona l’accordo? L’ENM, tra le altre cose, garantirà l’informazione costante alla Rete delle Professioni Tecniche su programmi microfinanziari, sugli incentivi destinati all’avvio di autoimpiego e microimpresa, che prevedono tra i propri beneficiari anche i liberi professionisti, e attività di consulenza e accompagnamento specialistico nei confronti degli utenti degli Sportelli. La RPT, da parte sua, collaborerà con gli esperti dell’ENM all’ideazione e creazione di misure e strumenti di microfinanza sperimentali a supporto dell’attività dei giovani professionisti e individuerà i professionisti che intendono svolgere attività di consulenza specialistica nei confronti degli utenti degli Sportelli della Rete Microcredito.

I due enti, inoltre, sperimenteranno forme di collaborazione anche nella formazione di giovani e nella promozione di tirocini e stage presso pubbliche amministrazioni italiane e organismi comunitari nelle materie del welfare e del microcredito.

Restauro conservativo e ristrutturazione: quali le differenze

Restauro conservativo e ristrutturazione: la maggior parte delle opere edilizie realizzate in Italia negli ultimi anni è annoverabile in queste categorie.

Responsabilità amministrativa: nuovo corso sul D.Lgs 231/2001

Un nuovo corso online dedicato all’analisi del D.Lgs. 231/2001, la norma che disciplina la responsabilità amministrativa.

Regime fiscale agevolato per la cogenerazione, soddisfazione di Ascomac Cogena

In vigore il regime fiscale riguardante i prodotti energetici che alimentano le unità e gli impianti di cogenerazione. Ascomac Cogena ha espresso soddisfazione per l’approvazione della Legge fiscale in base alla quale a tutto il combustibile impiegato dal cogeneratore si applicano le aliquote di accisa previste per la produzione di energia elettrica.
Ascomac Cogena aveva già evidenziato che l’unità di cogenerazione utilizza tutto il combustibile per la produzione di energia elettrica, recuperando contemporaneamente il calore. In base al fatto che il cogeneratore non produce calore ma lo recupera, il Segretario Generale Carlo Belvedere aveva già proposto che il combustibile utilizzato non avrebbe dovuto essere assoggettato alla aliquota di accisa per combustione ad uso industriale o civile, ma a quella per produzione elettrica.
A detta di Belvedere, la legge approvata avvantaggia il cliente finale, al quale sarà riconosciuta anche l’Iva al 10 per cento, ed elimina “l’indebita tassazione” sul recupero di calore, contro la quale erano già state intraprese azioni.