Terre da scavo: attesi chiarimenti per il riutilizzo
Le matrici ambientali da riporto non sono un rifiuto. Si tratta di materiali presenti nel sottosuolo di siti soggetti a trasformazioni urbanistiche da così tanto tempo che sono diventati una matrice ambientale.
Secondo l’Ance, associazione nazionale costruttori edili, questi orientamenti, passati con il Dl 2/2012 in materia ambientale, consentono di superare le posizioni di alcuni enti locali che, in presenza di materiali da riporto con livelli di inquinamento compatibili con i riutilizzo e con la destinazione urbanistica del sito, ritenevano necessario l’avvio delle procedure di bonifica.
Fuori dal sito di produzione, i suoli possono essere utilizzati come sottoprodotti, rifiuti o materiali recuperati.
La gestione come sottoprodotti appare al momento priva di una norma di riferimento certa. Il Dl 1/2012 sulle liberalizzazioni rimanda infatti la definizione della disciplina a un decreto ministeriale successivo.
Ricordiamo che un decreto in materia era già stato abbozzato dal precedente Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo. La bozza, giunta all’esame del Consiglio di Stato, non ha proseguito il suo iter a causa della caduta del Governo.