Anche i geometri tra i soggetti abilitati alle successioni online

Con una circolare pubblicata in data 8 febbraio 2017 il Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati ha rassicurato i propri iscritti circa la possibilità di utilizzo della nuova procedura online per le dichiarazioni di successione. Dunque anche i geometri saranno tra le figure professionali abilitate alla compilazione e all’invio delle successioni con le nuove modalità previste dall’Agenzia dell’Entrate.

Nella circolare si legge che il CNGeGL ha ricevuto “rassicurazione da parte della Direzione dell’Agenzia delle Entrate circa l’imminente emanazione del provvedimento che individi anche gli iscritti nell’albo professionale dei geometri e geometri laureati quali soggetti da includere fra gli incaricati alla trasmissione in via telematica delle dichiarazioni di cui all’art. 3, comma 3, del D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322 e s.m.i.”.

Una precisazione che fa tirare un sospiro di sollievo ai geometri che da sempre sono il punto di riferimento dell’utenza in tema di successioni mortis causa. Con la nuova trasmissione in via telematica contestualmente alla quale si potrà richiedere la voltura catastale automatica, sembrava che le loro competenze in materia fossero in qualche modo limitate, ma la circolare del Consiglio ha chiarito che i geometri continueranno ad essere tra le figure professionali abilitate alla presentazione. L’Agenzia delle Entrate ha confermato che nei prossimi giorni provvederà all’abilitazione dei servizi a favore dei geometri.

Dissesto Idrogeologico: Stanziati 2 miliardi

Il Governo sosterrà 500 progetti (soprattutto al Sud)

Ministero dell’Ambiente e la struttura di Missione #ItaliaSicura di Palazzo Chigi hanno confermato il loro impegno a sostenere cinquecento progetti, per due miliardi di euro di interventi sul territorio contro il dissesto idrogeologico. Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha spiegato che “Questo Fondo ci consente di andare avanti ancora più speditamente e in ogni regione italiana con le opere più importanti per i cittadini e il territorio, a partire dal Sud che più di tutti sconta un ritardo nei progetti. La sfida è tagliare i ponti con un passato di lungaggini burocratiche e fare pianificazioni strutturate, tecnicamente avanzate, in grado di far partire subito le opere sul territorio”.

La ripartizione vede l’80% delle risorse al Sud e il restante 20 al Centro-Nord: come stabilisce la norma, seguendo l’impostazione della distribuzione dei Fondi Sviluppo e Coesione, è questa la ripartizione dei trasferimenti alle contabilità speciali per le singole regioni, che avverranno in tre tranche. Quasi 16 milioni di euro vanno alla Sicilia, destinataria della maggior parte dei fondi. Seguono Puglia, Campania e Sardegna, ognuna delle quali avrà a disposizione oltre 12 milioni di euro. Sono 9,2 i milioni per la Calabria e 7,5 quelli che verranno destinati all’Abruzzo. Basilicata (6,3 milioni) e il Molise con 3,4 milioni chiudono lo stanziamento per il Mezzogiorno.
Al Nord la maggior parte dei fondi vanno in Lombardia (poco oltre 3 milioni), a Toscana ed Emilia Romagna (circa 2,5 milioni), seguono Veneto e Lazio con circa due milioni e Marche con un milione di euro. Oltre 800.000 euro per ciascuna regione vanno alla progettazione di opere in Umbria, Liguria e Friuli Venezia Giulia, fondi anche per le Province Autonome di Bolzano (634 milioni), Trento (589) e la Val d’Aosta (437 milioni).

Nuovi requisiti per le gare di progettazione

Bisogna essere iscritti all’albo, ma non necessariamente laureati

Sono entrati in vigore il 28 febbraio i nuovi requisiti per la partecipazione alle gare di progettazione.
In base al nuovo decreto, i professionisti devono risultare in possesso della laurea in ingegneria o architettura o in una disciplina tecnica attinente all’attività prevalente oggetto del bando di gara.
Nelle procedure di affidamento che non richiedono il possesso della laurea, è necessario avere il diploma di geometra o un altro diploma tecnico attinente alla tipologia dei servizi da prestare.
A prescindere dal titolo di studio richiesto, i professionisti devono essere abilitati all’esercizio della professione ed iscritti al relativo Albo professionale o, in alternativa, essere abilitati all’esercizio della professione secondo le norme dei Paesi dell’Unione Europea di appartenenza.

L’apertura delle gare di progettazione anche a geometri e altri tecnici diplomati è una novità introdotta dal Ministero delle Infrastrutture. Come rilevato dal Consiglio di Stato, la precedente normativa escludeva i tecnici non laureati dai servizi di ingegneria e architettura. Le società devono essere costituite esclusivamente tra professionisti iscritti negli appositi Albi previsti dai vigenti ordinamenti professionali. Devono inoltre indicare l’organigramma aggiornato comprendente i soci, gli amministratori, i dipendenti e i consulenti direttamente impiegati nello svolgimento di funzioni professionali e tecniche e di controllo della qualità.

Semplificata l'autorizzazione paesaggistica

Anche i beni paesaggistici saranno svincolati per interventi “necessari”

L’autorizzazione paesaggistica semplificata sta per essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Il nuovo decreto sull’autorizzazione paesaggistica semplificata, presto operativo, si inserisce nel processo di razionalizzazione delle procedure inerenti alle attività edilizie e individua con precisione 31 interventi liberi e i 42 di modesta entità che possono seguire l’iter semplificato.
Nella norma vengono definiti i piccoli interventi che, anche se realizzati su beni vincolati, sono esclusi dall’autorizzazione paesaggistica. Tra questi ci sono, ad esempio, i lavori per il consolidamento statico e il miglioramento della prestazione energetica che non comportano modifiche sostanziali, ma anche le opere indispensabili per il superamento delle barriere architettoniche. La norma specifica inoltre che gli interventi considerati ad impatto lieve, che usufruiscono di una procedura semplificata. Si tratta, ad esempio, di interventi antisismici e di miglioramento energetico che comportano innovazioni nelle caratteristiche morfologiche dell’edificio, ma anche della realizzazione di tettoie e porticati.

Inquinamento Acustico: nuove norme

Ecco i parametri per i nuovi tecnici e le procedure di infrazione

Sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri due decreti per la tutela dall’inquinamento acustico. Il primo disciplina la figura professionale di tecnico competente in materia di acustica. Il secondo mira a prevenire possibili procedure di infrazione nei confronti dell’Italia.

Nel dettaglio il decreto istituisce un elenco dei tecnici competenti in acustica, tenuto dal ministero dell’Ambiente, e un tavolo tecnico nazionale di coordinamento per la valutazione dell’impatto creato dalle norme sull’abilitazione alla professione. Viene inoltre precisato che la professione di tecnico competente in acustica rientra tra quelle non organizzate in ordini e collegi, ai sensi della Legge 4/2013.
In base alla bozza entrata in Consiglio dei Ministri, il tecnico deve essere in possesso di una laurea o laurea magistrale a indirizzo tecnico scientifico (compresa tra quelle indicate nell’Allegato 2) e possedere almeno uno di questi requisiti: aver superato un master universitario da 12 crediti, di cui almeno 3 di laboratori di acustica; aver superato un corso in acustica, aver ottenuto 12 crediti universitari in materie di acustica; avere conseguito il titolo di dottore di ricerca con una tesi in acustica ambientale. Per un periodo transitorio di cinque anni, potranno iscriversi all’elenco anche i diplomati ad indirizzo tecnico o in possesso della maturità scientifica che abbiano almeno quattro anni di esperienza non occasionale alle dipendenze di strutture pubbliche o in collaborazione con un tecnico competente e abbiano superamento di un corso in acustica.

La bozza prevede inoltre che gli organismi chiamati a certificare la conformità delle macchine siano accreditati dal Ministero dell’Ambiente, definisce i requisiti minimi della strumentazione tecnica che i certificatori devono possedere e fissa ad un minimo di 2,5 milioni di euro il massimale della polizza di assicurazione per la responsabilità civile. Il personale incaricato dei controlli dovrà conseguire la qualifica di tecnico competente in acustica ambientale o aver frequentato con profitto un corso di formazione in acustica ambientale, compresa l’applicazione della direttiva 2000/14/CE, che attribuisca almeno tre crediti. Sarà il Ministero dell’Ambiente a definire argomenti e struttura dei corsi con un decreto ad hoc da emanare entro 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo. Sono infine previste multe per chi immette in commercio o mette in servizio macchine o attrezzature per le quali è stato accertato il superamento del livello di potenza sonora garantito.

Crescono le gare relative ai servizi di ingegneria e architettura

L’osservatorio fornito dal centro Studi del Cni conferma una crescita costante in atto dall’anno scorso

Segno + anche a gennaio 2017 per le gare per i servizi di ingegneria e architettura: stando ai dati rilevati ed elaborati dal Centro studi del Cni (Consiglio Nazionale degli Ingegneri), nel primo mese del 2017 sono state bandite gare (senza esecuzione) per un importo complessivo che supera i 30 milioni di euro, 3 volte e mezzo superiore a quanto rilevato nel mese di gennaio del 2016. Si conferma, dunque, il trend id crescita avviato nel 2016 che a ragione può essere definito l’anno di svolta e di rilancio del settore.
Nel caso specifico del mese di gennaio, un grosso impulso alla crescita è stato fornito dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti pubblici, ovvero il DLgs 50/2016, che, limitando di molto il ricorso all’appalto integrato, ha portato le stazioni e i soggetti appaltanti ad incrementare i bandi per i soli servizi di ingegneria.
Dal rapporto del Centro Studi del Cni emerge anche come continui ad essere oltre il 40% la quota di bandi in cui non è indicato il criterio utilizzato per il calcolo del corrispettivo posto a base d’asta, ma anche come stia andando a progressivo esaurimento il numero di bandi da rendere nulli a causa dell’utilizzo di criteri di calcolo diversi da quelli previsti: 1,8% per quanto concerne il 2017.
Un altro dato significativo che emerge dal Rapporto è il valore dei ribassi: a gennaio 2017, il 
ribasso massimo registrato è stato pari al 68,7%.

Professioni tecniche: aumenta la domanda di lavoro

Una ricerca del Cnpi certifica che in un anno è raddoppiato il volume delle assunzioni

13.240: è questo il numero delle assunzioni previste per le professioni tecniche in ambito informatico, ingegneristico e della produzione nel primo trimestre 2017, almeno a guardare i numeri forniti dal Centro studi del Consiglio nazionale periti industriali (Cnpi), elaborati a partire dai dati Unioncamere: a confermare che cresce la domanda di lavoro per le professioni tecnico-ingegneristiche. Secondo questa ricerca Cnpi, rispetto allo stesso periodo del 2016, quando le previsioni di assunzione per questo gruppo di professionalità erano 6.620, il volume è raddoppiato, confermando una tendenza già emersa a fine 2016.
Cresce la domanda ma paradossalmente manca la forza-lavoro: se un anno fa, il 26,2% dei profili era considerato di difficile reperimento, per i prossimi mesi, le aziende stimano che nel 38,8% dei casi il profilo desiderato sarà introvabile, a causa dell’inadeguata formazione e qualificazione e del ridotto numero dei candidati.
Ma quali sono i profili professionali più ricercati? Secondo questa analisi, nel 2016 ai primi posti figuravano designer, programmatori, esperti di applicazioni e tecnici della produzione.
Per quanto riguarda, invece, le aree che fanno da traino alle assunzioni ci sono il settore dei media e della comunicazione, dove ben il 25,2% delle nuove assunzioni riguarderà profili tecnici dell’ingegneria, e quello informatico e delle telecomunicazioni (23,6%).
L’area tecnico-ingegneristica e quella del manifatturiero più innovativo concentreranno una quota significativa di assunzioni nelle public utilities.
In generale, le nuove aree di attività – si pensi all’efficientamento energetico, alla sicurezza, alle certificazioni e ai controlli di qualità – hanno sviluppato nuovi fabbisogni di competenze da parte delle aziende, ora sempre più orientate ad acquisire professionalità sempre più specializzate, in grado di garantire loro innovazione e strategicità.
Il problema, però, emerge dalla ricerca, è dato dalla formazione tecnica: in Italia, a differenza del resto d’Europa, mancano percorsi adeguati a formare le professionalità che servono al mercato.
Lì si dovrà intervenire per non vanificare le risorse e le potenzialità di un settore in crescita.

Limiti agli incarichi ai professionisti nella ricostruzione post-sisma

Lo prevede l’ordinanza emanata dal Commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani. In essa sono indicati anche i requisiti che i professionisti devono avere per accedere all’elenco speciale

Un tetto di 30 incarichi professionali e un importo di lavori che non superi i 25 milioni: sono questi i limiti fissati dall’ordinanza n. 12/2017 emanata dal commissario per la ricostruzione Vasco Errani, che regola il conferimento di incarichi di progettazione e di direzione dei lavori nei luoghi del Centro Italia colpiti più volte dal terremoto, l’ultimo quello di qualche giorno fa con 4 scosse superiori alla magnitudo 5. L’obiettivo dell’ordinanza è chiaro: evitare la concentrazione di incarichi nelle mani di pochi tecnici e professionisti.
L’ordinanza contiene anche l’elenco dei requisiti precisi che il professionista deve possedere per presentare domanda all’Elenco Speciale: devono essere iscritti all’albo professionale, in regola con gli obblighi formativi e con la contribuzione obbligatoria e non essere soggetti a sanzioni disciplinari. Devono, inoltre, possedere requisiti di affidabilità e di professionalità, adeguati e proporzionati alla natura ed alla tipologia dell’attività che intendono svolgere, e dovranno rispettare le clausole contenute nel contratto tipo per lo svolgimento di prestazioni d’opera intellettuale in favore di committenti privati per la ricostruzione post-sisma 2016, che verrà stipulato.
Nel caso del limite agli incarichi, sono però previste delle eccezioni: i limiti massimi possono essere aumentati, dal 25% al 35%, nel caso ad esempio di professionisti associati con giovani professionisti, oppure in presenza di comprovati requisiti di affidabilità e di professionalità, adeguati e proporzionati anche dal punto di vista organizzativo.
In una nota diramata, il Consiglio Nazionale degli Architetti (CNAPPC) attraverso il suo presidente Giuseppe Cappochin, ha espresso grande soddisfazione per le norme contenute nell’ordinanza del Commissario straordinario e per l’iscrizione nell’elenco speciale dei professionisti abilitati, individuando come la norma che impone limiti e tetti, “ferma l’accaparramento di incarichi”, vieta “il subappalto”, e finisce per accogliere “le richieste degli architetti italiani”.

Terminato il primo triennio di formazione professionale continua

Cosa succede a chi non ha raggiunto i crediti obbligatori per legge? Il Consiglio nazionale degli Architetti ha già fatto conoscere il quadro sanzionatorio

Il 31 gennaio, per molti professionisti appartenenti agli ordini professionali, è scaduto il primo triennio di aggiornamento continuo obbligatorio. Per quasi tutti gli ordini professionali, il limite formativo era di 60 crediti da maturare nel triennio. Chi ha raggiunto e superato questa soglia può stare tranquillo; da questo mese potrà cominciare a d informarsi sui nuovi corsi di formazione che il proprio ordine organizzerà e sulle nuove modalità di formazione; chi, invece, è rimasto attardato e non ha completato il triennio formativo deve attendere le indicazioni del proprio ordine sulle sanzioni cui andrà incontro.
Il Consiglio nazionale degli architetti si è già mosso in tale direzione approvando la modifica all’articolo 9 del Codice deontologico, in modo da consentire un’applicazione uniforme delle sanzioni sul territorio nazionale. Si va dalla censura se a mancare sono fino a 12 crediti formativi, fino alla sospensione, la cui durata in giorni è direttamente proporzionale al numero di crediti mancanti. In quell’arco di tempo, in pratica, non sarà possibile esercitare la professione, e il professionista sarà temporaneamente cancellato dalla Cassa, anche se si resta iscritti all’albo e si ha comunque l’obbligo di pagare la quota annuale prevista dall’ordine. C’è, però, la possibilità di un ravvedimento operoso. Entro sei mesi dalla scadenza triennale, gli architetti possono, infatti, regolarizzare la propria situazione, andando a recuperare i crediti formativi che mancano. Quest’anno ci sarà tempo, dunque, fino al 30 giugno 2017, eventualmente, per colmare le lacune.
Poi, è notizia di questi giorni, il Consiglio nazionale degli architetti, con una delibera subito operativa, ha deciso di confermare il numero di 60 crediti formativi anche per il prossimo triennio 2017-19.

La Conferenza Unificata dà il via alle nuove NTC

Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni vanno a sostituire quelle attuali, in vigore dal 2008, e introducono una nuova disciplina per la progettazione, esecuzione e collaudo delle costruzioni sul nostro territorio

Entro breve entreranno in vigore le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, così come sono state approvate nel novembre del 2014 dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici e il 22 dicembre scorso dalla Conferenza Unificata, dopo un ulteriore passaggio al Consiglio superiore che aveva aggiornato l’articolo 2 dedicato al periodo transitorio, in virtù del quale restano in vigore le norme approvate nel 2008 per le opere pubbliche in corso d’esecuzione fino all’ultimazione dei lavori.
Per i lavori pubblici già affidati e per i progetti definitivi o esecutivi già affidati prima dell’entrata in vigore delle nuove norme, si potranno applicare le precedenti disposizioni solo nel caso in cui la consegna dei lavori avvenga entro 5 anni.
Cosa cambia con questa novità? Intanto, le nuove norme tecniche introducono alcuni importanti elementi di innovazione, soprattutto per le costruzioni in zona sismica e gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, e una nuova disciplina per la progettazione, esecuzione e collaudo delle costruzioni sul nostro territorio.
Inoltre, ci sono novità per quanto riguarda i casi di riparazione e miglioramento degli edifici esistenti, che potranno essere utilizzati per interventi localizzati per i quali non è necessario ricalcolare l’intera struttura del manufatto oggetto degli interventi. Invece, per quanto riguarda i casi relativi alla sopraelevazione, all’ampliamento, agli interventi strutturali che modificano la costruzione e alla variazione di classe o destinazione d’uso è obbligatorio l’adeguamento globale alla normativa antisismica.