Sorpresa a Torino: il 2024 è l’anno più caldo ma il sole si nasconde! 🌡️☀️

A cura Ing Gerbo Roberto – EGE certificato SECEM

LA RADIAZIONE SOLARE NEGLI ANNI A TORINO

Sono utilizzati i dati mensili dal 2012 al 2024 di radiazione solare totale cumulata dal sito di:

Stazione Meteorologica di Fisica dell’Atmosfera Dipartimento di Fisica – Università degli Studi di Torino Via Pietro Giuria, 1 – Torino
( Lat: 45°03′07,15″ Nord , Long: 007°40′53,30″ Est , Alt: 254 m s.l.m. )

• Il valore medio mensile annuale degli ultimi 12 anni

NB Nei periodi invernali (quando ad esempio viene utilizzata per generare energia elettrica per pompe di calore) la insolazione è il 25-30% di quella estiva (ad esempio utilizzata per generare energia elettrica per condizionatori aria)

In termini assoluti ovviamente i periodi stagionali hanno diverso “peso” sulla insolazione cumulata annua, conseguentemente nei vari anni variazioni % stagionali hanno incidenza diversa sul valore assoluto annuo (es variazione % molto alta in inverno – es 2024 nov e dic- non incide in modo significativo su valore assoluto annuo e incide meno di piccola variazione % in estate, mentre variazioni in periodi intermedi hanno comunque una certa rilevanza).

• Le variazioni pluriennali mensili o annuali (espresse in termini %)

Rispetto alla media inerente dei 12 anni, tali variazioni confermano una tendenza alla crescita della radiazione solare specie negli ultimi tre anni, peraltro la variazione del 2024 è ancora alta ma significativamente inferiore a quella degli anni 2022 e 2023.

Si possono individuare rispetto alla media 3 periodi pluriennali:

PERIODO 1 – 2012-2014: valori generalizzati inferiori (-7,8%) a media ma sostanzialmente stabili (solo significative riduzioni nei mesi invernali 2014). Di fatto costituisce una “baseline”

PERIODO 2 – 2015-2021: valori generalizzati prossimi alla media (-2,7%), con significative riduzioni nei mesi invernali 2018, a febbraio da 2015 a 2017, incrementi a febbraio 2019-2020, riduzioni non omogenee a novembre in tutto il periodo. Tali variazioni invernali non incidono su totale annuo. In ogni caso si ha un incremento rispetto Periodo 1 del (7,85-2,71)%=5,14%

PERIODO 3 – 2022-2024: valori generalizzati superiori a media (+14,2%), per 2022 e 2023 elevate nei periodi invernali e significative nei periodi estivi con forte incidenza su valore cumulato annuo, nel 2024 elevate solo a novembre e dicembre. Lo scostamento complessivo medio tra periodo 1 e periodo 3 è di (7,8+14,2)% =22% con ovvie ripercussioni su produzioni impianti solari: se i dimensionamenti di tali impianti sono stati sviluppati su dati storici (prossimi a Periodo 1) nell’ultimo triennio hanno registrato di fatto un surdimensionamento di ¼!!!!

Valutazioni pluriennali su periodi stagionali (per definire contributo mensile al valore annuo)

I seguenti grafici sintetizzano gli andamenti mensili pluriennali di ogni periodo

Valutazioni di tipo statistico

Utilizzando l’approccio del protocollo IPMVP (con livello di confidenza 90%), si ha conferma che i valori medi pluriennali sono:

più precisi (ossia più stabili) per i mesi maggio, giugno settembre (ossia in estate) e annuale

meno precisi (ossia meno stabili) negli altri mesi dell’anno, anche causa gli andamenti non stabili (confermati nell’ultimo triennio) sopra descritti

NORMALIZZARE E’ DOVEROSO

Non si possono trarre ovviamente conclusioni definitive, peraltro al momento su base pluriennale presumibilmente anche per i cambiamenti climatici, a Torino la insolazione rappresenta un incremento con picchi: diffusi per gran parte dei mesi 2022 e 2023 e meno diffusi nel 2024. Il monitoraggio futuro potrà dare indicazioni circa eventuale effetti di assestamento o meno di incremento della insolazione.

In un contesto di variabilità atmosferica la insolazione per impianto FV secondo norma ISO 50001 è una “Variabile pertinente” (Fattore quantificabile che influisce in modo significativo sulla prestazione energetica e che cambia regolarmente Es: condizioni atmosferiche), al pari dei Gradi Giorno per gli impianti di riscaldamento, ormai usualmente utilizzati per valutare consumi in stagioni differenti. In tali contesti le norme ISO 50001 e la ISO 50006 prevedono obbligo di fare Aggiustamento (Processo di modifica del consumo di riferimento, al fine di consentire un confronto della prestazione energetica in condizioni equivalenti tra il periodo di rendicontazione e il periodo di riferimento). In particolare la ISO 50001 richiede un aggiustamento degli EnB quando gli EnPi … quando ci sono state realizzate importanti variazioni …..

Ne consegue che la valutazione attendibile delle prestazioni di impianti che utilizzano la fonte solare (es fotovoltaici) nella zona in esame (ma il principio vale in tutte le zone) non può prescindere da indicatore specifico di normalizzazione (rapporto espresso come %):

RESA NORMALIZZATA della efficienza energetica = Produzione (kWh/mq FV*mese)/ Radiazione

solare totale cumulata (kWh/mq*mese)

Il monitoraggio pluriennale di impianto FV di 2,5 kWp nella zona di Torino lo conferma:

Mentre l’andamento della produzione assoluta annua farebbe pensare a una efficienza abbastanza stabile dell’impianto al trascorrere degli anni (ossia assenza di riduzione prestazioni), il riferimento alla RESA NORMALIZZATA fa emergere chiaramente, come prevedibile, l’andamento decrescente dovuto alla perdita di efficienza per invecchiamento dell’impianto (dopo 12 anni ha perso il 25% di efficienza)

Il ricorso alla valutazione attendibile della RESA NORMALIZZATA nel tempo è ancora più importante (specie al Nord Italia) per determinare le reali prestazioni di sistemi interconnessi (ad esempio FV+ Pompa di calore, oggi molto in voga …, che vede nei periodi invernali possibili significative criticità per insufficiente disponibilità solare) nei vari periodi stagionali: per correttamente dimensionare impianti in funzione di stime attendibili delle reali produzioni solari, molto variabili in un periodo di instabilità climatica, ecc..

“Compliance nell’era del rischio”. Il convegno annuale del World Protection Forum a San Marino

Si è svolto il 17 febbraio a San Marino l’annuale incontro del World Protection Forum, format nato nel 2020 da un’idea dei fondatori di Kelony, prima agenzia al mondo di valutazione del rischio, con lo scopo di fornire a persone, governi e aziende informazioni strategiche e strumenti per la loro protezione e sviluppo. Il tema dell’incontro, che ha coinvolto diversi relatori del mondo istituzionale, aziendale, scientifico e artistico, è stato quello della Compliance analizzata sotto diversi profili, tra i quali l’analisi della conformità a determinate norme, regole e standard applicati anche ai beni culturali, alla formazione e al commercio d’arte.

La Dott.sa Stefania Valtancoli, R&D Manager e University Relations Manager di Beta Formazione, ha affrontato l’importanza oggi della formazione in ambito lavorativo, in particolar modo dell’aggiornamento professionale.

“La società della conoscenza è il nuovo paradigma che ha origine dai cambiamenti sociali, dalla diffusione della tecnologia e che consente l’aumento della comunicazione. La società della conoscenza, per essere inclusiva, deve basarsi innanzitutto sull’inclusione al fine di consentire a tutti gli individui di formarsi per entrare nel mondo del lavoro, poi sull’istruzione, l’innovazione tecnologica e i valori culturali.
Nell’ambito dello sviluppo della persona, è importante la diffusione dei saperi e il tramandarli da una generazione all’altra e dunque, sono altrettanto importanti l’istruzione, l’insegnamento, l’educazione e la formazione.

La formazione, in genere, ha un valore aggiunto rispetto alla mera educazione, possiamo definire la formazione come “l’insieme delle attività in grado di sviluppare le conoscenze e le competenze personali, applicabili nell’ambito lavorativo”.

La formazione del capitale umano, lifelong learning o formazione continua, deriva da una nuova concezione della formazione: è l’ambito in cui gli individui possono continuare ad imparare e a migliorare per tutto l’arco della vita. Fondamentale, dunque, non trascurare l’aggiornamento professionale!

Con la formazione continua, cambia il modo in cui l’individuo viene formato e questo cambiamento porta ad un miglioramento non solo nell’ambito lavorativo, ma nella nostra società…”

CTU (Consulente Tecnico di Ufficio)

CTU – La riforma Cartabia

Con la Riforma Cartabia vengono introdotte alcune importanti novità per i CTU (Consulente Tecnico di Ufficio), tra cui la nascita dell’albo nazionale, la mobilità e l’introduzione delle sezioni specialistiche.
Il D.Lgs, 149-2022 che riguarda la riforma del processo civile è entrato in vigore il 18 ottobre 2022, ma le modifiche in esso contemplate si applicheranno a partire dal 30 giugno 2023.

Vediamo nel dettaglio le principali novità.
Pur restando preferibile che il giudice affidi l’incarico ad un Consulente Tecnico di Ufficio iscritto nell’albo del tribunale di competenza (anche per limitare le spese di procedura), fino a ieri per incaricare un professionista iscritto in un diverso tribunale, o non iscritto in alcun albo, occorreva la previa autorizzazione del presidente del tribunale. Ora, invece, il giudice dovrà solo emettere un provvedimento motivato e comunicarlo al presidente del tribunale.
Questa modifica è molto positiva sia per i CTU che avranno così maggiori occasioni di lavoro, sia per i giudici che potranno attingere a competenze che – specie per i piccoli tribunali – non sempre sono presenti nell’albo.
Coerentemente, viene istituito finalmente l’albo nazionale dei CTU.
I giudici potranno nominare il professionista che meglio risponde alle competenze richieste emettendo un provvedimento motivato e comunicato al Presidente del Tribunale. Tale modifica è positiva sia per i CTU che potranno ottenere più incarichi sia per i giudici per disporre di competenze che a volte, come talvolta nei piccoli tribunali accade, non sono a disposizione.
È stata introdotta la vigilanza sugli incarichi per l’equa distribuzione tra gli iscritti all’albo con la precisazione che nessun CTU può superare il 10% di quelli affidati dallo specifico tribunale. Inoltre, i relativi compensi saranno liberamente consultabili in un apposito registro (in coerenza con l’art. 23 Vigilanza sulla distribuzione degli incarichi- del Disposizioni di attuazione del Cpc). Gli incarichi affidati e i compensi liquidati dal giudice agli iscritti nell’albo sono annotati nei sistemi informatici regolamentati secondo le regole tecniche per l’adozione nel processo civile delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
I CTU potranno ora essere nominati dai giudici delle sezioni specializzate (tribunali delle imprese) facendo riferimento all’intero distretto, intendendosi di fatto ad un’estensione a livello regionale, eccezion fatta per le sezioni più grandi: Roma, Milano e Napoli che hanno competenza intraregionale.
Ancora una volta la riforma non ha considerato la riforma dei compensi ancora fermi al DM del 30 maggio 2002 pubblicato nella G.U. n. 182 del 5/8/2002 con i limiti stabiliti da fissi e tabelle percentuali risalenti agli anni ’80.

Il corso di formazione sulla sicurezza informatica

Corso di formazione sulla sicurezza informatica GARR

Università e navigare sicuri

Il corso di formazione sulla sicurezza informatica di base realizzato dall’Università di Ferrara è ora disponibile gratuitamente grazie alla collaborazione con la rete della ricerca GARR.
Per chiunque utilizzi un dispositivo connesso ad Internet, la sicurezza informatica è un aspetto a cui prestare molta attenzione: sono diversi e sempre nuovi i rischi che si corrono ed è importante conoscerli e saperli contrastare.
Con l’obiettivo di fornire le competenze necessarie a navigare e lavorare online in sicurezza, l’Università di Ferrara ha ideato un corso di sicurezza informatica di base che, dopo il grande successo tra il personale e gli studenti dell’Ateneo, è ora a disposizione di tutti grazie alla pubblicazione sul portale e-learning della rete italiana dell’istruzione e della ricerca GARR.
Navigare sicuri in Internet”, questo il titolo del corso composto da 8 moduli, da 30 minuti l’uno, in cui vengono affrontati altrettanti temi: dai concetti base di sicurezza, al social engineering, a come effettuare copie di backup, alla gestione delle password fino a come utilizzare al meglio le applicazioni in cloud e a garantirsi il diritto alla privacy. Il corso, che colma un vuoto formativo sulla materia, soprattutto in lingua italiana, è pensato per essere fruibile da tutti, anche per chi non possiede elevate competenze digitali. Al termine dei moduli, con il superamento dei test di valutazione è possibile conseguire un attestato.
Il corso “Navigare sicuri in Internet” è disponibile gratuitamente online sul portale di formazione Learning GARR, nella sua versione aggiornata: https://learning.garr.it/course/view.php?id=239

Fonte : www.garr.it

BANDO AGRISOLARE 2023

BANDO AGRISOLARE 2023

Fotovoltaico: Nuovo Bando Parco Agrisolare per la filiera agricola e agroalimentare

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha previsto 1 miliardo di € per una nuova edizione del Bando Parco Agrisolare 2023, con importanti novità.
Il contributo a fondo perduto destinato a supportare l’installazione di impianti fotovoltaici si pone all’interno del PNRR al fine di attuare una rivoluzione verde e la transizione ecologica.

Quali sono le novità del Bando Agrisolare 2023?

Rispetto la precedente edizione, il Bando Agrisolare 2023 presenta alcune novità:

  • incremento del contributo a fondo perduto concesso alle imprese agricole;
  • introduzione del nuovo concetto di autoconsumo condiviso;
  • eliminazione, in diversi casi, del vincolo di autoconsumo;
  • raddoppio della potenza dell’impianto fotovoltaico installabile senza consumo di suolo;
  • raddoppio della spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo e ricarica.

La misura “Parco Agrisolare”, Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del PNRR, Componente 1 “Economia circolare e agricoltura sostenibile”, Investimento 2.2, si pone come obiettivo di sostenere gli investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica solare fotovoltaica nel settore agricolo e agroindustriale, escludendo il consumo di suolo.

In particolare, la Misura prevede la selezione e il finanziamento di interventi che consistono nell’acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività delle imprese beneficiarie. Unitamente a tale attività, possono essere eseguiti uno o più interventi complementari di riqualificazione dei fabbricati ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture quali la rimozione e lo smaltimento dell’amianto dai tetti, la realizzazione dell’isolamento termico dei tetti e la realizzazione di un sistema di aerazione.

Congiuntamente alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico, con potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 500 kWp, sarà possibile richiedere un contributo per l’installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica e/o di dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile.
Con riferimento alla misura “Parco Agrisolare”, sono identificati quattro specifici target da rispettare. In particolare, i primi tre target consistono nell’individuazione dei progetti beneficiari con un valore totale delle risorse finanziarie assegnate all’investimento pari rispettivamente al 30% nel 2022, al 50% nel 2023 e al 100% nel 2024. In ultimo, attraverso la Misura, si dovrà conseguire l’installazione di almeno 375 MW di nuovi impianti solari fotovoltaici.

________________________________________
BENEFICIARI E RISORSE
Il decreto ministeriale 25 marzo 2022, n. 140119, emanato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, così come integrato dal decreto ministeriale del 15 luglio 2022, n. 315434, consente l’accesso alle risorse per lo sviluppo del “Parco Agrisolare” identificando come Soggetti Beneficiari:
a) gli imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria;
b) le imprese agroindustriali;
c) le cooperative agricole che svolgono attività di cui all’articolo 2135 del codice civile e le cooperative o loro consorzi di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228.

Le risorse, a valere sui fondi del PNRR, ammontano a euro 1.500.000.000, di cui una quota pari ad almeno il 40% è destinata al finanziamento dei progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Le risorse complessivamente stanziate sono così suddivise:
1.200 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati dalle aziende agricole attive nella produzione agricola primaria;
150 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati dalle aziende agricole attive nel settore della trasformazione di prodotti agricoli;
150 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati da aziende attive nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli.
Sul sito istituzionale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali è pubblicato l’Elenco dei Codici Ateco prevalenti per individuare la corrispondenza tra le attività dell’azienda e l’allocazione delle risorse.
Qualsiasi informazione o chiarimento in merito all’Avviso possono essere richieste per il tramite del Portale di Supporto del GSE.

FONTE : GSE

Manutenzione (KPI) su tutti i beni fisici

Pubblicata da UNI la nuova prassi di riferimento sugli indicatori di prestazione della manutenzione (KPI) su tutti i beni fisici

È Stata di recente pubblicata una nuova norma UNI relativa alle manutenzioni.
In un mondo sempre più attento ai consumi diventa essenziale applicare una corretta manutenzione a tutti i beni.
Ecco che troviamo una nuova prassi con indicatori di prestazione della manutenzione
Tali indicatori (KPI) della Funzione di Manutenzione si applicano a tutti i beni fisici, siano essi industriali, infrastrutture, edifici civili, sistemi di trasporto, ecc.

Questi indicatori dovrebbero essere usati per:

  1. misurare lo stato;
  2. effettuare confronti (benchmark interni ed esterni);
  3. fare diagnosi (analisi dei punti di forza e di debolezza);
  4. identificare obiettivi e definire i traguardi da raggiungere;
  5. pianificare le azioni di miglioramento;
  6. misurazione regolare dei cambiamenti nel tempo.

In ambito normativo è la commissione Manutenzione che si è occupata di recente di recepire anche in lingua italiana la EN 15341.
Questo documento descrive un sistema per la gestione degli indicatori di manutenzione atti a misurarne le prestazioni nel quadro di fattori d’influenza quali gli aspetti economici, tecnici ed organizzativi, per valutare e migliorare la sua efficienza ed efficacia al fine di raggiungere l’eccellenza nella manutenzione dei beni tecnici.
La manutenzione di software non è trattata nella norma; è tuttavia considerata la manutenzione di entità e sistemi contenenti software.
La funzione di manutenzione opera in diversi impianti industriali, insediamenti, infrastrutture, agendo in diversi ambienti di riferimento e contesti di diverse dimensioni, strutture, obiettivi, vincoli specifici e fattori di influenza. In questo contesto, è opportuno definire un modello organizzativo della funzione di manutenzione, come riferimento da implementare in relazione agli obiettivi richiesti, alle risorse disponibili e ai vincoli esistenti.
Il modello considera che, per il raggiungimento degli obiettivi assegnati e dell’eccellenza, la funzione di manutenzione deve utilizzare un’appropriata combinazione o parti di varie discipline quali HSE (Salute-Sicurezza-Ambiente), Amministrazione, ICT (Tecnologie informatiche e di comunicazione), ecc.

È compito della direzione:

a) implementare appropriate risorse, conoscenze, regole, procedure e attività;

b) selezionare il modo in cui la manutenzione deve costruire e organizzare le varie materie e discipline nelle seguenti sottofunzioni/aree:

  •  HSE sulla manutenzione;
  • direzione della manutenzione;
  • competenza del personale di manutenzione;
  • ingegneria della manutenzione;
  • organizzazione e supporto della manutenzione;
  • amministrazione e forniture.

All’interno della UNI EN 15341 sono riportati i seguenti riferimenti normativi:

1. EN 13306 Maintenance – Maintenance terminology;
2. EN 15628 Maintenance – Qualification of maintenance personnel;
3. IEC 60050-192 lnternational Electrotechnical Vocabulary (IEV) – Part 192: Dependability.

Fonte UNI

SPEDIZIONE ITALIANA IN ANTARDIDE

SPEDIZIONE ITALIANA IN ANTARDIDE

Nell’ambito della XXXVIII Spedizione Italiana in Antartide del PNRA – Programma Nazionale Ricerca in Antartide, il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali di UniBa, già operativo via satellite, fornirà per la prima volta personale per la realizzazione di DISGELI, un progetto con ricercatori, navi e basi tutti italiani.

Il Professor Giuseppe Mastronuzzi di UniBa, con colleghe e colleghi del CNR ISMAR di Bologna, ENEA- Università di Bologna e Università di Pisa, sarà impegnato in Antartide nei mesi di gennaio e febbraio per effettuare rilievi e carotaggi di fondali e terreno della Baia di Terra Nova.

Di cosa stiamo parlando?

Ogni anno l’Italia organizza una spedizione in Antartide, e www.italiantartide.it è il sito web dedicato alla spedizione in corso.
Qui potrete seguire da vicino gli eventi che caratterizzano la spedizione, soprattutto da un punto di vista logistico, a iniziare dalla partenza degli spedizionieri, per proseguire con la descrizione dei lavori portati avanti sia per manutenere le stazioni e gli impianti, sia per supportare e facilitare lo svolgimento delle attività scientifiche e tecnologiche in programma. Naturalmente una spedizione non si conclude con la chiusura delle stazioni in Antartide, ci sono anche le attività portate avanti in Italia, perché insieme agli spedizionieri rientra anche del materiale da manutenere o da smaltire. E poi, tante altre sono le notizie da condividere, perché subito dopo siamo pronti ad organizzare una nuova spedizione.

 

Abbiamo anche una pagina Facebook, Iitaliantartide-36.ma Spedizione seguitela per essere aggiornati in tempo reale sugli eventi che caratterizzano l’ultima spedizione in corso, e per avere notizie sul continente che conserva intatta la storia geologica e climatica del nostro pianeta, e che studiamo per  prevedere e meglio progettare il nostro futuro climatico e ambientale.

Le spedizioni italiane in Antartide sono organizzate dal PNRA, il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, grazie ai finanziamenti del ministero della Università e della Ricerca. Visitate il portale dedicato al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide.

Gli entri attuatori del PNRA sono Il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, che con il Dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente, CNR-DSSTTA, coordina le attività scientifiche, e l’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che con l’Unità Tecnica Antartide coordina le attività logistiche.

Per saperne di più: