Il rischio di dissesto idrogeologico in Italia aumenta
La seconda edizione del rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia”, presentata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), riporta uno scenario critico della situazione del territorio italiano.
La superficie potenzialmente soggetta a frane è aumentata (+2,9% rispetto al 2015) e anche quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%).
Questi aumenti sono la conseguenza del più preciso quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di Bacino Distrettuali con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti.
50 mila km2 del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (il 16,6%). Nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata ci sono quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550 mila), mentre oltre 1 milione (più del 9%) si trovano in zone alluvionabili nello scenario medio.
Sono oltre 1 milione le persone che vivono in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, e più di 6 milioni quelle che abitano in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni), per un totale di 7 milioni. Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio sono: Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.
Quello che emerge dal rapporto, inoltre, è che quasi 83 mila industrie e servizi sono posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mettendo a rischio oltre 217 mila addetti. In questo caso gli edifici a rischio si trovano maggiormente in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. 600 mila unità locali di impresa (12,4% del totale) invece sono esposte al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, con oltre 2 milioni di addetti ai lavori, in particolare il rischio è maggiore in Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria.
I dati dell’Ispra evidenziano che anche il patrimonio culturale è minacciato dal rischio idrogeologico: quasi 38 mila beni culturali si trovano in zone franabili, dei quali oltre 11mila sono ubicati in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata; quasi 40mila monumenti sono a rischio inondazione nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi e di questi più di 31mila si trovano in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità.