Il coronavirus e la libera professione, come sopravvivere all’emergenza
Di Ing. Angela Mastrandrea – Responsabile Scientifico
Oggi desideriamo riportare le preoccupazioni dei liberi professionisti, in merito a come gestire nel modo migliore l’emergenza Coronavirus che in questo mese, sta mettendo in ginocchio il nostro paese.
Il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Bari, Roberto Masciopinto, ha inviato una lettera al presidente del CNI, Armando Zambrano: facendosi portavoce di una serie di richieste sul fronte della libera professione in emergenza coronavirus:
- ” I colleghi dipendenti vengono garantiti di tutti i livelli di retribuzione e sicurezza anche sul posto di lavoro. I liberi professionisti no!“;
- Avvio con urgenza di un confronto con le diverse rappresentazioni sindacali per una situazione, la cui durata incerta, potrebbe protrarsi per diverse settimane. “Stiamo soccombendo, dovendo anche spiegare alle nostre famiglie e ai nostri figli perché non possiamo restare a casa come gli altri e perché non possiamo avere le garanzie e cautele che tanti ricevono”;
- Occorre agire sul blocco degli adempimenti fiscali alla luce del conseguente mancato guadagno;
- Sospensione dei sopralluoghi obbligatori per le gare pubbliche.
Da questo traspare la viva preoccupazione del soccombere di una categoria che, in questi ultimi anni annaspa sempre di più, nonostante tutto.
Alla luce del Dpcm dell’8 marzo 2020 e della sua estensione a tutta la penisola, vediamo quali misure sono estendibili all’attività quotidiana del tecnico:
- evitare spostamenti in entrata ed in uscita;
- ai soggetti con sintomatologia evitare contatti sociali;
- sono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private;
- sono sospesi i congedi ordinari del personale tecnico e sanitario.
- sono sospese riunioni, meeting ed eventi sociali;
- sono sospese le manifestazioni;
- divieto assoluto di spostamento per i soggetti sottoposti alla quarantena.
Quali risvolti nelle attività di cantiere?
Anche le attività di cantiere risultano particolarmente colpite dagli effetti dell’ordinanza: cosa si dovrebbe fare dunque sui cantieri edili?
- aggiornamento del documento di valutazione dei rischi (Dvr);
- aggiornamento del piano di sicurezza;
- formazione e prevenzione dei soggetti che accedono al cantiere;
- richiesta di certificati medici agli operai che accedono al cantiere edile;
- utilizzo di specifici DPI, già previsti o integrativi.
- osservare le distanze di sicurezza;
- limitare gli spostamenti: ciò è fattibile nel caso in cui il cantiere sia situato all’interno della provincia, mentre può diventare un problema se prevede l’ingresso in zone considerate a rischio.
La nostra professione sta diventando sempre più difficile da gestire in questi giorni: è bene dunque che ci affidiamo a strumenti informatici, alle videoconferenze, alla formazione a distanza in quanto rappresentano un valido aiuto anche e soprattutto, in questo momento. Continuiamo comunque ad avere fiducia nei confronti delle istituzioni e del loro supporto , nonché delle associazioni che ci rappresentano.