I 7 punti della Diagnosi Energetica
Di Ing. Angela Mastrandrea – Responsabile Scientifico
Come si redige una Diagnosi Energetica? È questa una domanda che ci viene posta molto di frequente durante i nostri corsi
La diagnosi energetica di un edificio è un metodo di analisi che parte dai rilievi in campo e arriva alle ipotesi di miglioramento energetico passando attraverso l’analisi dei consumi reali dell’edificio. Per maggiori approfondimenti è possibile consultare il nostro precedente articolo a questo link.
L’Enea ha pubblicato lo scorso 25 gennaio nell’ambito del progetto ESPA (Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione) le Linee Guida ENEA per la diagnosi energetica degli edifici pubblici.
Vediamo quali sono i 7 passaggi fondamentali.
1 – Raccolta dati e attività in campo
Come tutte le attività di analisi energetica sull’esistente, anche la diagnosi parte dal sopralluogo, dalla raccolta dei dati e dall’attività di rilievo sul campo.
In questa fase i dati fondamentali da acquisire sono:
- Geometrie e dimensioni dell’edificio
- Caratteristiche termofisiche dell’involucro e degli impianti
- Profili di occupazione dell’edificio da parte degli utenti
- Raccolta di eventuali situazioni alteranti l’uso comune dell’edificio: interventi di riqualificazione precedenti, unità immobiliari sfitte per lunghi periodi, fermo impianti per manutenzioni straordinarie
- APE o Relazioni tecniche ex-Legge 10 eventualmente prodotte in precedenza
- Dettaglio dei dati climatici esterni relativi ad almeno gli ultimi tre anni
- Bollette di tutti i combustibili utilizzati nell’edificio almeno degli ultimi tre anni
2 – Inventario energetico e indicatori di prestazione effettiva
Nella valutazione energetica dell’edificio possiamo considerare fino a sei servizi di calcolo: riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento, ventilazione, illuminazione e trasporto. Ma come determiniamo quali servizi abbiano la maggior rilevanza nel consumo di combustibile?
Lo strumento più diretto è l’inventario energetico che definisce, per ogni vettore energetico considerato, come si distribuiscono i servizi sul consumo totale.
Si parte dall’introduzione delle bollette energetiche che abbiamo raccolto nell’attività in campo: è consigliabile utilizzare sempre bollette riferite ad un periodo di almeno tre anni, per evitare le singolarità oppure anni con utilizzi particolari. La cadenza con cui introdurre le bollette dipende dai dati a disposizione, dalla mensile alla bimestrale fino alla annuale.A partire dal consumo reale si individua un consumo effettivo rispetto al quale valutare le opportunità di risparmio energetico.
Gli indicatori di prestazione energetica effettivi sono rappresentativi dell’uso specifico dell’energia e vengono espressi come consumo per unità di superficie. Nel caso in cui siano disponibili i benchmark di riferimento, questi possono essere confrontati con gli indicatori di prestazione energetica effettivi, per valutazione quali interventi di miglioramento energetico si possano realizzare.
3 – Simulazione del sistema edificio impianto
La diagnosi energetica richiede nella maggioranza dei casi la costruzione di un modello. Una volta che il modello è interamente costruito si procede con l’adattamento all’utenza: mentre nel calcolo di certificazione energetica le condizioni di temperatura e di utilizzo degli impianti sono definite tabellarmente dalla norma di calcolo, la diagnosi ci consente di determinare l’effettivo consumo dell’edificio indicando le condizioni al contorno reali.
4 – Calibrazione del modello
Come si stabilisce se il modello rappresenta effettivamente la situazione reale dell’edificio? Il modello di calcolo deve rispondere al meglio all’uso reale dell’edificio, perché solo così gli interventi migliorativi potranno essere considerati affidabili. La calibrazione del modello è il momento della sua validazione che avviene confrontando i risultati ottenuti dal calcolo con le bollette inserite. La calibrazione avviene per singolo vettore e sul singolo servizio, attraverso il calcolo di k, l’indice di calibrazione che deve essere contenuto entro +- 5% di scostamento. Uno scostamento tra il consumo registrato in bolletta e quello determinato dal modello ci permette di considerare il modello validato. Quando siamo fuori da questo range è necessario ripartire dal precedente punto 3 (simulazione del sistema edificio impianto) e riassegnare i parametri di adattamento all’utenza.
Il calcolo del modello può avvenire con metodo mensile oppure con metodo dinamico orario, a seconda del grado di approfondimento richiesto: è in ogni caso preferibile utilizzare la simulazione dinamica quando si affrontano edifici con utilizzo fortemente discontinuo o con carichi di raffrescamento importanti.
5 – Individuazione delle azioni di miglioramento energetico
Con la definizione del reale uso dell’edificio e del comportamento che ne viene fatto si rendono evidenti i “difetti” energetici dell’immobile.
Accoppiando l’analisi dello stato di fatto agli obiettivi della committenza, si determinano le eventuali azioni di miglioramento energetico possibili: spesso infatti individuiamo interventi che non solo migliorano le condizioni dell’edificio ma anche il comfort di coloro che ci abitano.
6 – Stima dei risparmi e analisi dei benefici
Tra tutti gli interventi proposti dobbiamo scegliere quello che realizza il miglior rapporto costi benefici e soddisfa le attese della committenza.
Il calcolo del miglioramento energetico viene eseguito a partire dal modello reale di edificio considerando il clima reale oppure normalizzando in base alle temperature standard previste da norma.
L’analisi economica presuppone la stima del tempo di ritorno semplice, dato dal rapporto tra i costi di investimento e i risparmi stimati annualmente, e la valutazione del VAN almeno per l’intervento scelto, che consente di evidenziare i flussi di cassa e l’indice di profitto che ne deriva.
Nella definizione dei risparmi energetici è necessario considerare anche gli eventuali incentivi fiscali disponibili come ad esempio Ecobonus, Ecobonus potenziato o ancora Conto termico.
7 – Report di diagnosi energetica
Al termine di questo percorso è necessario riferire i risultati ottenuti in un report completo che metta in luce il flusso di lavoro.
Nelle Linee Guida ENEA per la diagnosi energetica degli edifici pubblici si suggerisce uno standard di relazione che evidenzi la situazione iniziale, gli interventi analizzati e i risparmi conseguibili con il miglioramento scelto.
Al seguente link è possibile trovare la guida completa