Correttivo degli appalti, ecco le nuove regole
Correttivo degli appalti, ecco le nuove regole.
Il decreto correttivo entrerà in vigore il 20 maggio. Spiccano il massimo ribasso fino a 2 milioni di euro e l’obbligo di pagamento dei professionisti anche se non arrivano i finanziamenti.
Ancora pochi giorni ed entrerà in vigore – per l’esattezza il 20 maggio – il decreto correttivo del codice degli appalti, che recepisce le segnalazioni e le indicazioni formulate, fra gli altri, dall’ANAC, dal Consiglio di Stato e dalle associazioni di settore. Tra le modifiche introdotte si segnala il massimo ribasso, ovvero il fatto che potranno essere aggiudicati con il criterio del prezzo più basso i lavori di importo fino a 2 milioni di euro a condizione che si tratti di procedure ordinarie (non procedure negoziate) e che sia posto a base di gara il progetto esecutivo; l’introduzione della soglia minima di 150 milioni di euro per poter ricorrere all’istituto del contraente generale con l’obiettivo di evitare che il ricorso all’istituto per soglie minimali costituisca un modo per eludere il divieto di appalto integrato; e ancora le stazioni appaltanti non potranno subordinare la corresponsione dei compensi dei professionisti all’ottenimento del finanziamento per l’opera progettata né potranno prevedere forme di sponsorizzazione o di rimborso nei contratti per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura. Inoltre basta un nuovo ok per i pareri scaduti e le amministrazioni dovranno scegliere i collaudatori da un apposito albo. Di rilievo anche la sanatoria dei progetti scaduti.
In caso di appalto annullato o ritirato, infatti, le autorizzazioni relative ai progetti da mandare in gara possono scadere prima che si completino le procedure per il ri-affidamento dei lavori. E allora è stato inserito un comma che permette di prorogare le autorizzazioni per un periodo massimo di cinque anni, a condizione che il progetto non abbia subìto variazioni in materia di regolamentazione ambientale, paesaggistica e antisismica né in materia di disciplina urbanistica. Infine, spiccano l’aumento dal 30% al 49% del contributo pubblico per la realizzazione di opere in partenariato pubblico privato e la nuova misura che rende possibile sottoscrivere contratti di concessione e Partenariato pubblico privato solo dopo l’approvazione del progetto definitivo, rendendo così più credibili i piani economico-finanziari che sono alla base dei nuovi progetti di investimento.