Aumentano le donne in ingegneria
Lo dice un’indagine del Centro Studi del CNI. Nel 2015 le professioniste del settore in Italia erano il 30% del totale dei laureati in ingegneria.
Nell’anno 2015 le donne rappresentano il 30% del totale dei laureati in ingegneria, quasi il doppio rispetto al dato dell’anno 2000 (16%). E’ questo il dato più significativo emerso dal convegno “Ingenio al femminile”, l’evento organizzato dal Consiglio Nazionale Ingegneri a Roma e giunto alla quarta edizione, nel corso del quale sono stati resi noti i dati del Centro Studi CNI. Dati che confermano la crescita notevole delle donne nell’ingegneria italiana e che collocano l’Italia tra i primi paesi in Europa. Come si legge nel comunicato stampa diramato dal CNI “nel Regno Unito, ad esempio, le donne laureate in ingegneria nel 2014 raggiungevano il 22% del totale, in Germania appena il 19%. Inoltre, se si analizzano i dati relativi all’occupazione, a cinque anni dal conseguimento del titolo, risulta occupato l’89,9% dei laureati e l’83,2% delle laureate”. E anche questo è un dato considerevole “se si considera – si legge sempre nella nota stampa – che la media generale di occupazione femminile è pari al 74,5%”.
Gli interventi effettuati nel corso del convegno sono stati del resto concordi nel riconoscere che “le donne ingegnere rappresentano un segnale di carattere innovativo, grazie soprattutto al lavoro e all’intelligenza di personalità dal carattere straordinario”, come ha sottolineato Armando Zambrano, presidente del CNI, ma anche nel ritenere che “uomini e donne ingegnere devono lavorare assieme, perché quello che conta sono le capacità della persona, non il genere”, ha aggiunto Ania Lopez, consigliere CNI, e infine nell’insistere sulla necessità di rivedere il ruolo della professione di ingegnere nella società contemporanea, alla luce soprattutto del movimento moderno. Così per Caterina Franchini, coordinatrice europea del progetto Momowo, “per accrescere la visibilità delle donne servono attività, bisogna creare consenso. Condividere le esperienze e le ricerche dei professionisti, far convergere due mondi che devono creare sinergia e circolarità per avere impatto sociale”.